Bowmann (Fed) favorevole a più aumenti dei tassi
Michelle Bowman della Fed ha manifestato il suo sostegno per ulteriori aumenti dei tassi d’interesse per contrastare l’inflazione. Si è mostrata dunque più aggressiva rispetto ai suoi colleghi della banca centrale statunitense nel voler contrastare l’aumento dei prezzi.
Secondo le previsioni degli ufficiali della Fed, l’inflazione rimarrà al di sopra del 2% fino alla fine del 2025, come rivelato dalle previsioni economiche trimestrali rilasciate questa settimana.
“Questo, insieme alla mia personale aspettativa che i progressi sull’inflazione saranno lenti alla luce dell’attuale politica monetaria, suggerisce che sarà necessario un ulteriore inasprimento per abbassare l’inflazione in modo sostenibile e tempestivo”, ha dichiarato Bowman.
“Vedo il rischio continuo che i prezzi dell’energia possano aumentare ulteriormente e invertire parte dei progressi che abbiamo osservato negli ultimi mesi”, ha affermato.
Infine, Bowman ha sottolineato che la politica monetaria sembra avere un impatto minore sul prestito di quanto ci si potrebbe aspettare. “Nonostante il rafforzamento degli standard di prestito bancario, non abbiamo visto segni di una forte contrazione del credito che potrebbe rallentare significativamente l’attività economica”, ha affermato.
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La Spagna ha siglato un accordo con Airbus per l’acquisto di 25 nuovi aerei da combattimento Eurofighter, destinati a rinnovare la flotta esistente. Questo contratto segue un precedente accordo del 2022 e porta il totale a 115 velivoli.
La banca centrale russa ha deciso di mantenere il tasso di riferimento al 21%, contrariamente alle aspettative di un aumento. L’inflazione elevata ha portato l’indice dei prezzi al consumo all’8,9% a novembre. Altre banche centrali, come la BCE e la Federal Reserve, hanno invece effettuato modifiche ai tassi.
A ottobre, l’industria italiana ha visto un aumento del fatturato dello 0,5% in valore e dello 0,8% in volume, trainato dal mercato interno, mentre il mercato estero ha registrato una flessione. Su base annua, si osserva un calo generale del fatturato, nonostante un giorno lavorativo in più rispetto all’anno precedente.
La Borsa di Tokyo conclude la sessione in ribasso a causa delle preoccupazioni legate alle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e ai conflitti in Medio Oriente. Anche i dati sull’inflazione superiore alle attese hanno influenzato negativamente il mercato, impattando sui titoli bancari. L’indice Nikkei e il Topix registrano flessioni.