Calzature Made in Italy: sale l’export ma, la produzione è in calo
Il settore calzaturiero italiano ha subito una contrazione del 3,1% nella produzione nel 2019, un trend dovuto in gran parte al calo dei consumi interni sia in termini di quantità (-3,2%) che di spesa (-2,3%). Il valore dell’export, tuttavia, è cresciuto del 6,8%. E’ quanto emerge dal report elaborato dal Centro Studi Confindustria Moda per Assocalzaturifici.
“Il record delle esportazioni, che hanno superato i dieci miliardi di euro a valore grazie al traino delle griffe del lusso viene smorzato da elementi poco rassicuranti”, ha dichiarato Siro Badon, Presidente di Assocalzaturifici, “Le flessioni in volume di export e produzione equivalgono di fatto ad un calo della manodopera, in uno scenario che vede il mercato interno in piena fase recessiva. A questo si aggiungono le forti incertezze per il 2020, con le conseguenze ancora tutte da valutare sull’economia mondiale dell’emergenza coronavirus, esplosa in una delle poche aree caratterizzate nell’ultimo decennio da crescite costanti per il nostro settore.
Sul fronte dell’export, l’analisi dei principali mercati di sbocco esteri evidenzia trend inferiori alle attese in Russia (-15,3% in quantità nei primi 10 mesi) e negli altri paesi dell’ex blocco sovietico, con pesanti ripercussioni per i distretti tradizionalmente votati a quest’area; contrazioni non trascurabili per Germania (-9,3%, condizionata dal rallentamento dell’economia), Medio Oriente (-9,2%) e Giappone (-6,7%, pur con un +6,8% in valore). Risultati favorevoli invece in Francia, +6,4% in volume e +9,3% in valore; aumenti attorno al 10% in valore negli USA e in Cina, e di quasi il 20% in Sud Corea, che fa segnare l’ennesima crescita a doppia cifra.
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