Caso Manning: Assange ci ripensa e non si consegnerà agli USA
NEW YORK (WSI) – Julian Assange ci ripensa e non ci consegnerà agli Stati Uniti come promesso qualora il presidente Obama avesse liberato l’ex analista dell’intelligence Usa, Chelsea Manning (prima del cambio di sesso si chiamava Bradley), condannata per essere stata la talpa che ha sfilato dossier segreti a Wikileaks.
Barack Obama ha commutato la pena all’ex analista che sarà liberata il 17 maggio ma dal canto suo Assange non si consegnerà agli Usa. Il motivo? Lo spiega uno degli avvocati dello stesso fondatore di Wikileaks, Barry Pollack:
“Aveva chiesto la grazia e la scarcerazione immediata“.
Breaking news
Seduta in chiaroscuro per le borse del Vecchio Continente. A Piazza Affari, il Ftse Mib termina in rialzo dello 0,5% a 35.108 punti
A Wall Street, l’apertura è piatta con il settore tecnologico sotto pressione. Le dichiarazioni dell’AD di Nvidia, Jensen Huang, influenzano l’andamento dei titoli, mentre i titoli quantistici crollano. Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq registrano lievi perdite, mentre il prezzo del petrolio Wti al Nymex aumenta leggermente.
Negli Stati Uniti, il numero di nuovi richiedenti i sussidi di disoccupazione è diminuito nella prima settimana di gennaio, scendendo di 10.000 unità, contro le aspettative di un aumento. Questo rappresenta un miglioramento rispetto al picco di 6,9 milioni di richieste durante la pandemia.
Eni ha concluso l’acquisto di oltre 3,4 milioni di azioni proprie nell’ambito del programma di buyback, per un valore di quasi 45 milioni di euro. Questo porta il totale delle azioni riacquistate al 6,23% del capitale sociale. L’operazione ha influenzato il titolo in Borsa, che ha registrato un lieve calo.