Cina, alert Fmi: si gonfia ancora il debito delle aziende
NEW YORK (WSI) – E’ allarme sul debito delle aziende cinesi secondo quanto affermato dal numero due dell’Fmi, David Lipton, nel corso di un intervento a Shenzhen, nella Cina sud-orientale.
“Con il rapido aumento del credito nel 2015 e l’inizio del 2016 il problema è in crescita. Questo è il principale anello debole dell‘economia cinese. E’ importante che la Cina reagisca e intervenga al più presto”.
Secondo il Fondo Monetario internazionale a far crescere vertiginosamente il debito aziendale della Cina – che pesa per il 145% del PIL – sono stati da una parte il rallentamento della crescita e dall’altra il calo dei profitti. Situazione allarmante per le aziende controllate dallo Stato, che rappresentano il 55% del debito delle imprese di Pechino.
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Seduta positiva per le borse europee, grazie anche all’andamento positivo di Wall Street in scia alla riunione della Fed.
La Federal Reserve annuncia un significativo taglio dei tassi di interesse, il primo in quattro anni, con possibili ulteriori riduzioni entro fine anno. I mercati reagiscono positivamente, con forti guadagni per i principali indici statunitensi e un incremento della propensione al rischio che favorisce i titoli tecnologici.
La sterlina britannica ha raggiunto i massimi da marzo 2022 in seguito alla decisione della Banca d’Inghilterra di mantenere invariato il tasso d’interesse al 5%. La valuta si è rafforzata sia contro il dollaro che l’euro, in un contesto di politiche monetarie divergenti tra la BoE e la Federal Reserve americana.
Il comitato di politica monetaria della Banca Centrale della Turchia ha deciso di mantenere invariato il tasso di riferimento al 50%, nonostante l’analisi degli indicatori inflazionistici e la domanda interna in rallentamento.