Cina, crescita rallenterà ma in modo marginale nel 2016
Dopo aver svelato il segreto di Pulcinella, ammettendo di aver gonfiato i conti e i dati macro in passato, la Cina ha pubblicato le stime di crescita economica e inflazione per il 2015 e 2016. La crescita annua della seconda economia mondiale rallenterà ma non di tanto. Dal +6,9% annuo previsto nel 2015, passerà l’anno prossimo a un tasso del Pil di +6,8%.
Lo si legge in un rapporto stilato dalla banca centrale, in cui si rende nota anche, sempre per il 2016 e sempre su base tendenziale, una previsione di 1,7% per l’inflazione e negativa al ritmo di -0,8% per i prezzi alla produzione. People’s Bank of China scommette inoltre – ancora a perimetro 2016 su 2015 – su un incremento di 10,8% degli investimenti fissi pari e di 11,1% delle vendite al dettaglio.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.