Cina, installati missili per un in’isola contesa nel mar Meridionale
La Cina ha implementato un sistema di di missili terra-aria per una delle isole contese che controlla nel mare cinese meridionale; lo affermano funzionari statunitensi e di Taiwan. L’isola in questione, una delle Paracel, è controllata dalla Cina da oltre 40 anni, ma è contesa anche da Vietnam e Taiwan.
“Per quanto riguarda le strutture di autodifesa” ha affermato il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, “esse sono coerenti con il diritto di auto-protezione di cui la Cina dispone secondo il diritto internazionale, quindi non ci dovrebbe essere alcuna questione al riguardo”
La notizia dell’installazione del sistema missilistico arriva mentre è in corso un summit in California fra il presidente statunitense Barack Obama e i leader dell’Association of Southeast Asian Nations, proprio per discutere della distensione nel mare cinese meridionale, per quanto non includa riferimenti alle rivendicazioni aggressive della Cina.
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Piazza Affari chiude debole con le altre borse europee. I dati Usa su inflazione core Pce e Pil rafforzano la visione cauta della Fed
Wall Street apre senza grandi variazioni in una giornata caratterizzata dalla pubblicazione di importanti dati macroeconomici, con particolare attenzione all’indice Pce sull’inflazione, preferito dalla Federal Reserve. In vista del Ringraziamento, i mercati saranno chiusi domani e opereranno in modalità ridotta venerdì. Dopo un inizio stabile, il Dow Jones registra un lieve incremento, mentre S&P 500 e Nasdaq mostrano leggere perdite. Il petrolio Wti segna un aumento marginale al Nymex.
Negli Stati Uniti, le richieste di mutui sono in aumento grazie al calo dei tassi d’interesse per la prima volta in oltre due mesi. Secondo la Mortgage Bankers Association, le richieste totali sono cresciute del 6,3%. Le domande di mutuo per l’acquisto di una casa sono particolarmente in crescita, registrando un aumento del 12% rispetto alla settimana precedente.
Stellantis annuncia la chiusura della fabbrica di Luton, concentrando la produzione a Ellesmere Port per allinearsi alla transizione verso i veicoli elettrici nel Regno Unito. La decisione, influenzata dalle politiche del governo britannico, mette a rischio 1.100 posti di lavoro, ma promette nuove opportunità a Ellesmere Port.