Cina interviene per il secondo giorno di fila a sostegno dello yuan
Per il secondo giorno di fila, la Cina è intervenuta nei mercati onshore e offshore dello yuan per sostenere la valuta, alimentando le speculazioni che Pechino voglia difendere la sua moneta in vista dell’insediamento del repubblicano Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. La mossa ha aiutato lo yuan a salire dello 0,1% nonostante la forza del dollaro, mentre lo yuan offshore ha segnato il massimo delle ultime due settimane.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.