Cina, svolta storica: stop a politica figlio unico
PECHINO (WSI) – Una mossa inaspettata è quella che arriva da Pechino dove il Governo avrebbe deciso di abolire una volta per tutte la famosa politica del “figlio unico” a famiglia.
Misura adottata nel 1979 a pochi anni dalla morte di Mao Tse-tung per controllare la straripante crescita demografica cinese, attualmente la legge vieta alle coppie cinesi di avere più di un bambino. Eccezioni son fatte per le minoranze etniche o le coppie che vivono di agricoltura il cui primo figlio è una bambina. Multe salate per chi non rispetta il divieto anche fino a decine di migliaia di yuan e che variano da provincia a provincia.
A lungo andare questa legge ha mostrato tutta la sua inadeguatezza a stare al passo con lo sviluppo economico e sociale della società cinese. Come riporta l’agenzia di stato Xinhua, citando un documento uscito dal quinto plenum del Comitato Centrale del Partito Comunista, dopo un primo annuncio risalente al 2013, ora sembra più concreta l’abolizione della politica del “figlio unico”.
Come effetto principale viene messo in luce l’impatto significativo a lungo termine che tale storica abolizione potrebbe avere sulle prospettive economiche della Cina. Basti pensare che la notizia sta avendo già da ora un impatto immediato sui mercati, con diverse società che fanno prodotti per bambini che sono in calo in Borsa ma che potrebbero avere giovamento.
Esempio su tutti la Danone, importante produttore di alimenti per l’infanzia le cui azioni hanno avuto un rimbalzo del 2% alla notizia dell’abolizione della politica del figlio unico in Cina.
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