Cina taglia importazioni di oro, calo repentino dei prezzi sui mercati
Nel tentativo di ridurre il flusso di capitali in uscita dal paese, la Cina ha deciso di imporre un taglio netto alla quantità di oro importato. Lo riferiscono trader e banchieri al Financial Times. Sebbene dispongano della licenza di comprare oro, alcune banche cinesi hanno avuto difficoltà a ottenere il permesso dalle autorità della seconda potenza economica al mondo.
La mossa di controllo dei capitali denominati in dollari fa parte di un più ampio piano del governo per impedire un indebolimento ulteriore dello yuan. Le restrizioni imposte agli affari che le aziende a controllo statale stringono con l’estero hanno l’obiettivo di limitare la fuga di capitali che ha visto la valuta cinese calare ai minimi in otto anni sul dollaro Usa. Sui mercati i future sull’oro hanno subito un calo improvviso come conseguenza della misura.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.