Colle, Mattarella confermato e Draghi ancora premier: la soluzione al rebus che piace ai mercati
Continua a lievitare l’attenzione dei mercati finanziari verso le imminenti elezioni del nuovo Presidente della Repubblica in Italia, con l’ipotesi del bis di Mattarella che comincia a prendere quota per non turbare la stabilità del Paese ritrovata grazie a Draghi. A sottolinearlo è un’analisi di UBS WM.
In questo periodo storico il ruolo del presidente italiano è diventato più importante rispetto al passato quando le elezioni presidenziali italiane non hanno mai rappresentato un evento di grande portata per i mercati. Questo perché il nome di Draghi viene dato da molti esperti in cima alle preferenze per succedere a Mattarella.
È evidente quindi che il voto che prenderà il via il 24 gennaio sarà al centro dell’attenzione degli investitori principalmente a causa dell’effetto che potrebbe avere sulla stabilità del governo Draghi. Rischi che potrebbero essere neutralizzati mantenendo lo status quo almeno fino al 2023, confermando così Mattarella al Colle e Draghi a Chigi.
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Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.