Covid: von der Leyen, su variante Omicron non sappiamo tutto ma abbastanza per preoccuparci
“Non sappiamo tutto di questa variante, ma ne sappiamo abbastanza per preoccuparci”. Coì Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, nel suo discorso riguardo lo sviluppo del Covid in Europa, alla luce della variante Omicron, che l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) considera ad alto rischio per le sue molteplici mutazioni.
“Sappiamo dalla nostra esperienza con la variante Delta che è una corsa contro il tempo – ha proseguito von der Leyen – Pertanto, fino a quando non sapremo cosa sta succedendo – e questo richiederà dalle due alle tre settimane, come ci dicono gli scienziati – dobbiamo fare tutto il possibile per sfruttare al meglio il tempo che abbiamo fino a quando non avremo la certezza delle caratteristiche di trasmissibilità e gravità di Omicron”.
Ciò che la scienza ci dice al momento è che la vaccinazione completa e i richiami forniscono la più forte protezione disponibile ora contro il Covid-19. E a questo riguardo, la presidente della Commissione europea ricorda che, durante l’estate, l’Ue ha concluso il terzo contratto con BioNTech-Pfizer per circa 1,8 miliardi di dosi di vaccini. Da Moderna e BioNTech arriveranno complessivamente 360 milioni di dosi di vaccini mRNA che saranno consegnati entro la fine del primo trimestre 2022. Riguardo alla vaccinazione dei bambini, BioNTech-Pfizer hanno fatto sapere che sono in grado di accelerare rendendo disponibili le dosi anche per questa fascia a partire dal 13 dicembre.
“In caso di una situazione in cui vediamo che Omicron non risponde pienamente alla vaccinazione, abbiamo anche misure precauzionali in atto – aggiunge von der Leyen – Gli scienziati ci stanno già lavorando. Abbiamo nel contratto la possibilità di aggiornare il vaccino. Gli scienziati ci dicono che hanno bisogno di circa 100 giorni”.
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A settembre, il surplus della bilancia commerciale dell’Eurozona ha raggiunto 12,5 miliardi di euro, superando le aspettative degli analisti. Le esportazioni hanno visto un leggero aumento, mentre le importazioni sono diminuite. L’interscambio commerciale all’interno dell’area euro è calato, mentre l’intera Unione Europea ha registrato un surplus di 9,6 miliardi di euro.
La Borsa di Tokyo ha terminato la giornata in calo, influenzata dalle politiche restrittive della Fed e dal crollo dei titoli tecnologici in Asia, seguendo Wall Street. Mentre le banche hanno limitato le perdite, l’indice Nikkei ha perso l’1,09% e il Topix lo 0,73%. La BoJ si prepara a un aumento dei tassi a dicembre. Hong Kong in ripresa, Shenzhen e Shanghai mostrano andamenti contrastanti.
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