Crisi Ucraina, borsa Mosca crolla -10%: calo record da inizio pandemia. Rublo, scommesse bearish a record dal 2015
La Borsa di Mosca oggi ha sofferto il calo più forte dal marzo del 2020, ovvero dal mese in cui l’allarme sulla pandemia Covid è esploso in tutto il mondo, scontando le tensioni geopolitiche tra l’Occidente e la Russia di Vladimir Putin sulla crisi Ucraina.
Nelle ultime ore erano circolate indiscrezioni che avevano lasciato sperare in un incontro tra il presidente americano Joe Biden e Putin, su proposta dell’omologo francese Emmanuel Macron.
I mercati hanno virato poi in deciso ribasso dopo le precisazioni arrivate da Mosca.
Un portavoce del Cremlino ha affermato, di fatto, che non ci sono piani concreti per un vertice sull’Ucraina. Dalle immagini satellitari risulta inoltre che le forze russe si stanno avvicinando ulteriormente al confine dell’Ucraina.
La borsa direttamente interessata, ovvero quella di Mosca, ha visto l’indice benchmark MOEX Russia Index capitolare fino a -8,6%, mentre l’indice RTS denominato in dollari ha subito un tonfo del 10%, confermandosi l’indice azionario peggiore del mondo nella sessione odierna.
In rosso tutte le azioni scambiate nei listini, con le vendite che si sono abbattute in particolare su Gazprom e Sberbank, in calo di oltre l’8%.
Il rublo ha ceduto più dell’1% a 78,1375 nei confronti del dollaro Usa, dopo che si era rafforzato nelle ore precedenti fino a +1,5%. E le scommesse bearish sulla moneta russa sono scattate al record dal febbraio del 2015, stando a quanto riporta un articolo di Bloomberg.
Eduard Basurin, capo delle milizie dei separatisti filo-russi della Repubblica di Donetsk, ha detto inoltre, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Interfax, di aver bisogno di nuovi aiuti militari, finanziari e morali da Mosca. Che, dal canto suo, continua a negare di avere intenzione di invadere l’Ucraina.
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