CsC: per l’Italia anno difficile, necessario riaprire i cantieri
Un anno difficile è quello che si prospetta per l’Italia secondo quanto rivela il Centro Studi di Confindustria nella sua nota Congiuntura flash. A pesare un export debole, investimenti attesi in calo e industria in sofferenza.
L’attività economica in Italia a inizio 2019 resta debole. Il PMI a gennaio è sceso a 48,8 (da 49,5 nel 4° trimestre 2018), con un calo marcato nel manifatturiero, per valutazioni più negative su ordini e produzione, meno nei servizi. A gennaio per la produzione industriale è atteso un mini rimbalzo, anche per la ricostituzione delle scorte (stime CSC), ma il trasporto di gas a uso industriale è sceso del 5% e preoccupa il calo degli ordini (-2,0% a fine 2018). Nei mesi successivi, dunque, la dinamica della produzione industriale rischia di essere ancora negativa, dopo il forte calo dell’ultimo quarto del 2018 (-1,1%), quando si è ridotto molto il fatturato (-1,6%), specie nei beni intermedi.
Il CsC inoltre si sofferma anche sui cantieri bloccati in Italia che, secondo le stime aggiornate a inizio 2019, ammontano a 27 miliardi di euro, senza contare la TAV Torino-Lione.
Nel debole contesto economico italiano, riaprire tali cantieri potrebbe avere un forte impatto espansivo sulle costruzioni e su diversi altri settori. Ciò potrebbe alzare il PIL italiano di oltre l’1% in tre anni rispetto allo scenario previsivo di base, con un aumento molto limitato del deficit
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Seduta perlopiù positiva per le borse europee. A Piazza Affari, il Ftse Mib termina in rialzo dello 0,2% a 33.294 punti
Wall Street apre in positivo, con Nvidia che registra un aumento del 4,8% dopo un inizio negativo nel premercato. Il titolo ha raggiunto un nuovo record, mentre le tensioni tra Russia e Occidente continuano a influenzare i mercati. Inoltre, l’attenzione è rivolta alle prossime decisioni della Federal Reserve sui tassi di interesse.
Sarà operativo entro la fine del 2026 e andrà ad aggiungersi agli altri 16 già esistenti
Negli Stati Uniti, il numero di lavoratori che hanno richiesto per la prima volta i sussidi di disoccupazione è diminuito a 213.000, il valore più basso da maggio. Le aspettative erano di 220.000 richieste. Il totale dei lavoratori che ricevono sussidi è invece aumentato leggermente, raggiungendo 1.908.000 unità.