Dai migranti l’8,6% della ricchezza nazionale italiana
MILANO (WSI) – L’8,6% della ricchezza nazionale italiana è prodotta dalla forza lavoro dei migranti, presenti anche nel settore imprenditoriale con un totale di 524.674 imprese guidate da nati all’estero, pari all’8,7% del totale, che producono 94,8 miliardi di valore aggiunto. Negli ultimi tre anni le imprese straniere nel nostro Paese sono aumentate del 19%.
Numeri importanti in Italia ma anche negli Usa come rivela l’evento “Mix 2016” a cui partecipa Forward.Us, la fondazione creata da Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, Marissa Mayer, ceo di Yahoo, Bill Gates, creatore di Microsoft e altri leader dell’economia digitale. Fondazione che ha come obiettivo quella di promuovere una riforma globale dell’immigrazione, “un imperativo economico, politico e morale”.
A parlare è il presidente di Forward.Us, Todd Schulte secondo cui allontanare gli immigrati senza documenti negli Usa significherebbe ridurre il Pil americano del 6% in 20 anni e la forza lavoro del 6,4% nel Paese. Oggi una piccola e media impresa americana su 4 è creata da immigrati e quelli illegali sul territorio statunitense sono circa 11,5 milioni. Schulte ricorda le parole del presidente americano Barack Obama: “Americani, siamo e saremo sempre un Paese di immigrati”.
Breaking news
La società ha chiuso i primi 9 mesi del 2024 con un utile netto di 3,0 milioni di euro, superiore al risultato dell’intero 2023.
Walmart, il colosso statunitense della vendita al dettaglio, ha riportato un incremento degli utili e delle vendite nel terzo trimestre del 2024, superando le previsioni degli analisti. La società ha anche rivisto al rialzo le stime di crescita per l’esercizio 2025, prevedendo un aumento delle vendite nette consolidate tra il 4,8% e il 5,1%.
Le borse cinesi chiudono in rialzo in attesa della decisione sui tassi di interesse della banca centrale cinese. Shanghai e Shenzhen registrano aumenti significativi, trainati dal settore high-tech.
L’inflazione nell’Eurozona si conferma al 2% su base annua per ottobre 2024, come riportato da Eurostat, con un incremento rispetto al mese precedente. L’inflazione core, che esclude le componenti più volatili, rimane al 2,7%. Nell’intera Unione Europea, l’inflazione annuale sale al 2,3%.