Dazi Usa a Bombardier: così Trump mette in ginocchio economia Irlanda del Nord
DUBLINO (WSI) – La premier inglese Theresa May si è detta amaramente delusa da come gli Usa abbiano colpito la canadese Bombardier, azienda canadese produttrice di aerei con sede in Irlanda del Nord.
Migliaia di operai irlandesi si sono svegliati oggi con un futuro incerto dopo che gli Stati Uniti si sono schierati dalla parte di Boeing, azienda di Chicago leader mondiale nella costruzione di aerei, nella sua guerra commerciale contro la canadese Bombardier. Il tutto è partito ad aprile quando Boeing ha chiesto alle autorità statunitensi di sanzionare la Bombardier per aver venduta all’americana Delta Air Lines una partita di jet serie C da 5,6 miliardi di dollari a 19,9 milioni di dollari ciascuno, un valore nettamente inferiore al costo di produzione. Boeing accusa la Bombardier di concorrenza sleale.
L’ amministrazione di Donald Trump ha colpito la Bombardier applicando tariffe preliminari fino al 219% sulle vendite del suo jet serie C alla compagnia aerea statunitense Delta.
Una decisione che potrebbe essere un duro colpo per l’ economia dell’ Irlanda del Nord, in quanto Bombardier è il principale datore di lavoro hi-tech della regione, occupando oltre 4.000 lavoratori.
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A dicembre, l’economia tedesca mostra segnali di peggioramento secondo l’IFO Institute. L’indice IFO scende a 84,7 punti da 85,6 di novembre, con aspettative future in calo. Tuttavia, l’indice delle condizioni attuali migliora leggermente. Questi dati sottolineano le sfide economiche che la Germania deve affrontare nei prossimi mesi.
I mercati asiatici chiudono in negativo a causa delle preoccupazioni legate alle prossime decisioni della Federal Reserve e della Bank of Japan. In particolare, a Tokyo, gli indici Nikkei e Topix registrano perdite, mentre la yen si stabilizza. SoftBank, invece, vede un aumento delle azioni grazie all’annuncio di un investimento significativo negli Stati Uniti.
Prevalenza di segni rossi in avvio per le borse europee. A Piazza Affari, Ftse Mib in flessione dello 0,8% con Eni a picco (-6,2%)
Lo yen si avvicina a quota 155 nei confronti del dollaro in attesa delle riunioni di politica monetaria della Fed e della BoJ