Debito pubblico: Covid allarga voragine, +359 euro a famiglia in un solo mese
I dati odierni di Bankitalia evidenziano un balzo del debito pubblico a 2.696,2 mld di euro a giugno. Come rimarca il Codacons, il debito pubblico dell’Italia pesa per ben 45.499 euro a cittadino residente, neonati inclusi, e in un solo mese ha registrato una crescita pari a +359,5 euro a famiglia. “Il debito pubblico continua ad aumentare, e rappresenta una zavorra pesantissima per il paese di cui faranno le spese le generazioni future – spiega il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – L’emergenza Covid allarga ancor di più la voragine, al punto che oggi su ogni singolo cittadino italiano, neonati compresi, il debito pesa per oltre 45mila euro”.
“Una situazione insostenibile da affrontare e che peggiora di mese in mese: rispetto a maggio il debito pubblico è cresciuto infatti di 9,2 miliardi di euro, con una incidenza pari a +359,5 euro per ogni singola famiglia italiana: un buco nero di cui non si vede purtroppo la fine”, conclude Rienzi.
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Wall Street apre senza grandi variazioni in una giornata caratterizzata dalla pubblicazione di importanti dati macroeconomici, con particolare attenzione all’indice Pce sull’inflazione, preferito dalla Federal Reserve. In vista del Ringraziamento, i mercati saranno chiusi domani e opereranno in modalità ridotta venerdì. Dopo un inizio stabile, il Dow Jones registra un lieve incremento, mentre S&P 500 e Nasdaq mostrano leggere perdite. Il petrolio Wti segna un aumento marginale al Nymex.
Negli Stati Uniti, le richieste di mutui sono in aumento grazie al calo dei tassi d’interesse per la prima volta in oltre due mesi. Secondo la Mortgage Bankers Association, le richieste totali sono cresciute del 6,3%. Le domande di mutuo per l’acquisto di una casa sono particolarmente in crescita, registrando un aumento del 12% rispetto alla settimana precedente.
Stellantis annuncia la chiusura della fabbrica di Luton, concentrando la produzione a Ellesmere Port per allinearsi alla transizione verso i veicoli elettrici nel Regno Unito. La decisione, influenzata dalle politiche del governo britannico, mette a rischio 1.100 posti di lavoro, ma promette nuove opportunità a Ellesmere Port.