Deloitte: in Italia il maggior numero di aziende di beni di lusso
L’Italia è il Paese con il maggior numero di aziende di beni di lusso, ma la Francia è il più performante con il 15,7% di crescita composita delle vendite, contribuendo con il 28,3% alla quota maggiore delle vendite totali delle Top 100 aziende di beni di lusso. Così emerge dal nuovo Global powers of luxury goods di Deloitte, secondo cui le prime 100 società di beni di lusso con sede in Cina, Giappone e Stati Uniti hanno visto il loro tasso di crescita delle vendite su base annua diminuire drasticamente, mentre le società con sede in Europa hanno visto un aumento del loro tasso di crescita, con l’eccezione del Regno Unito, che ha visto un sottile calo.
EssilorLuxottica, stabile al settimo posto, è anche quest’anno l’unica azienda italiana presente in Top 10. Per il terzo anno consecutivo, il quartetto dei migliori player del lusso è composto dai colossi LVMH, Kering, Estée Lauder e Richemont.
Breaking news
La borsa di Wall Street inizia la settimana con scambi deboli a causa del clima festivo, cercando di recuperare dopo i cali di venerdì. Gli investitori sono pronti a rivedere i portafogli in vista delle ultime sessioni dell’anno. Intanto, si attendono dati economici sul settore manifatturiero e sul mercato immobiliare.
Borgosesia, società quotata su Euronext Milan, ha annunciato l’acquisizione del 49% di Fattorie Santo Pietro (FSP), inclusi tutti i crediti vantati dai soci. L’operazione, del valore complessivo di 6,3 milioni di euro, mira al rilancio e alla valorizzazione del complesso immobiliare di FSP.
A2A ha completato una delle più grandi acquisizioni nel settore energetico italiano, aumentando del 70% i contatori elettrici gestiti e ampliando la rete di 17.000 km. Questo investimento, che supera i 4 miliardi di euro entro il 2035, è parte della strategia per la transizione energetica e la decarbonizzazione.
Le preoccupazioni per la ripresa economica in Cina influenzano i mercati finanziari di Hong Kong, con l’indice Hang Seng in calo dello 0,24%. Il settore tecnologico, immobiliare e dei consumi sono i più colpiti, mentre i semiconduttori mostrano segnali positivi.