Deutsche Bank bocciata da S&P malgrado i tagli
I guai non sono finiti per Deutsche Bank. L’operazione di riduzione dei costi, quella di chiusura delle filiali e i tagli al personale non sono stati sufficienti a riportare il sereno nella prima banca d’Europa. Anzi, le difficili condizioni in cui opera il gruppo tedesco potrebbero complicare la sua strategia che mira ad una ristrutturazione radicale del suo modello di business.
È la motivazione principale citata da Standard & Poor’s nell’ultimo report in cui viene abbassato l’outlook sulla qualità creditizia della banca da stabile a negativo. Confermato invece il rating a lungo periodo BBB+. L’outlook negativo “riflette la possibilità che il rating venga tagliato se le condizioni di mercato dovessero influire negativamente sulla capacità di Deutsche Bank di mantenere la propria capitalizzazione mentre attua il piano di ristrutturazione”.
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Seduta in chiaroscuro per le borse del Vecchio Continente. A Piazza Affari, il Ftse Mib termina in rialzo dello 0,5% a 35.108 punti
A Wall Street, l’apertura è piatta con il settore tecnologico sotto pressione. Le dichiarazioni dell’AD di Nvidia, Jensen Huang, influenzano l’andamento dei titoli, mentre i titoli quantistici crollano. Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq registrano lievi perdite, mentre il prezzo del petrolio Wti al Nymex aumenta leggermente.
Negli Stati Uniti, il numero di nuovi richiedenti i sussidi di disoccupazione è diminuito nella prima settimana di gennaio, scendendo di 10.000 unità, contro le aspettative di un aumento. Questo rappresenta un miglioramento rispetto al picco di 6,9 milioni di richieste durante la pandemia.
Eni ha concluso l’acquisto di oltre 3,4 milioni di azioni proprie nell’ambito del programma di buyback, per un valore di quasi 45 milioni di euro. Questo porta il totale delle azioni riacquistate al 6,23% del capitale sociale. L’operazione ha influenzato il titolo in Borsa, che ha registrato un lieve calo.