Dollaro si rafforzerà, economisti: Fed e Trump in rotta di collisione
Donald Trump e la Federal Reserve sono in rotta di collisione e il risultato certo è un rafforzamento del dollaro. Lo sostengono due economisti di alto profilo, secondo cui l’anno prossimo o tra un anno e mezzo il desiderio dell’amministrazione Trump di raggiungere una crescita del Pil del 3-4% cozzerà con l’impegno della Fed a rispettare il loro mandato per un’inflazione del 2% e non superiore. Lo ha detto il professore della Northwestern University Robert J. Gordon.
Sempre durante la stessa conferenza a Parigi sulla stagnazione secolare, Barry Eichengreen della Berkeley University in California, ha detto di vedere un rafforzamento a due cifre del dollaro come possibile conseguenza dell’agenda protezionista e del maxi piano di stimolo fiscale e di tagli delle tasse di Trump. L’obiettivo del presidente eletto è quello di dare un’accelerazione alla crescita economia attraverso un alleggerimento del carico fiscale, la creazione di posti di lavoro in Usa e un incremento delle spese pubbliche nelle infrastrutture.
Secondo Gordon questo porterà a un’inflazione in un’economia che sta già facendo i conti con pressioni sul fronte dei salari. Ciò spingerà la Federal Reserve a imporre un numero elevato di rialzi dei tassi di interesse. Non va dimenticato, inoltre, che durante la sua campagna presidenziale Trump non ha speso parole concilianti con Janet Yellen. È quasi da dare per scontato che Trump non confermerà la presidente della Federal Reserve.
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Negli Stati Uniti, le domande di mutuo sono in aumento, con un incremento dell’1,7% nell’indice delle richieste di mutuo ipotecario nella settimana del 15 novembre. Anche le richieste di rifinanziamento e nuove domande mostrano una crescita significativa, secondo la Mortgage Bankers Associations (MBA). I tassi sui mutui trentennali sono saliti al 6,90%.
I mercati asiatici chiudono in rialzo, con Hong Kong e Cina continentale in attesa dei risultati di Nvidia. L’indice Hang Seng e l’Hang Seng Tech registrano guadagni, sostenuti dai settori tecnologico e farmaceutico.
A settembre, la produzione nel settore delle costruzioni nell’area euro è calata dello 0,1% rispetto ad agosto, mentre in Italia è cresciuta del 2,2%. Questi dati, riportati da Eurostat, evidenziano una tendenza negativa per l’area euro, nonostante l’Italia mostri segnali di ripresa.
Avvio positivo per le borse europee, compresa Piazza Affari. Oggi report salari Bce e stasera trimestrali