Euro Dollaro appesantito da speculazioni sulle mosse della Bce
Oltre agli ultimi dati macro positivi pubblicati in Usa, ad aiutare il dollaro sono anche le speculazioni circa le prossime mosse (o l’assenza di queste) di Mario Draghi. Il fatto che la Bce non abbia espresso ufficialmente preoccupazioni sulla forza dell’euro, salito martedì sopra 1,20 dollari ai massimi da gennaio 2015, ha contribuito all’indebolimento del dollaro. Ma Reuters fa sapere che i trader nutrono ancora dubbi sul fatto che le autorità di politica monetaria siano insensibili a un euro in rafforzamento. Secondo l’agenzia la forza dell’euro sta in realtà innervosendo un numero sempre maggiore di membri del board. Questo aumenta le chance che la decisione sul Quantitative Easing venga rimandata o che il piano di uscita dalle misure ultra accomodanti sia più graduale.
Gli ultimi numeri sull’inflazione relativi al mese di agosto – si tratta di stime preliminari – parlano di un incremento dei prezzi al consumo in Eurozona, trainato però soprattutto dal +4% su base annuale della componente volatile dell’energia. I prezzi al consumo fanno fatica a rimanere sopra una variazione positiva superiore all’1%, rimanendo ancora ben lontani dalla soglia obiettivo del 2% della Bce. Il Pil Usa si è espanso del 3% nel secondo trimestre, più del 2,7% previsto dagli analisti. Questo numero, unito al rapporto ADP migliore delle attese sul settore privato del mercato del lavoro americano, ha avviato la rimonta del dollaro. Il cross euro dollaro ha perso più di una figura piena in meno di 24 ore, portandosi in area 1,19 dollari.
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Finale positivo a Piazza Affari, nonostante i ribassi delle banche. Male gli indici Pmi, torna in voga taglio tassi Bce da 50 bp
Gli indici di Wall Street mostrano andamenti contrastati mentre gli investitori valutano i dati macroeconomici dell’eurozona e le possibili nomine del presidente eletto Trump. L’attenzione è anche rivolta ai dati PMI e alla fiducia dei consumatori negli USA, con il mercato che specula su un possibile taglio dei tassi da parte della Fed.
Ferrari ha acquistato 18.671 azioni ordinarie sul New York Stock Exchange come parte del suo programma di riacquisto azionario. L’acquisto rientra nella quinta tranche di un piano pluriennale da 2 miliardi di euro previsto fino al 2026.
Bosch, il leader mondiale nella fornitura di componenti per autoveicoli, ha dichiarato l’intenzione di ridurre 5.550 posti di lavoro a livello globale, principalmente in Germania, a causa delle sfide nel mercato delle auto nuove. La produzione globale di veicoli è prevista stagnare o diminuire leggermente, influenzata dalla domanda calante, dalla transizione ai veicoli elettrici e dalla crescente concorrenza cinese.