Dollaro superstar, schiaccia euro sotto 1,19
Continua la fase di rafforzamento del dollaro, che continua a beneficiare del tono hawkish della Fed. L’euro perde quota 1,19 sul dollaro e si attesta ora a 1,189 (da 1,191 di ieri in chiusura). Gli analisti di Mps Capital Services scrivono a questo proposito:
“Il cambio EurUsd si è così spinto prepotentemente sotto l’importante fascia di supporto 1,980/1,1940, forando al ribasso il canale rialzista partito da marzo 2020. Qualora la seduta odierna dovesse confermarne la rottura, il livello successivo da monitorare si troverebbe una figura e mezzo più in basso circa dai livelli attuali a 1,1738”.
L’euro/yen passa di mano a 130,9 (da 131,53), mentre il dollaro/yen è pari 110 (da 110,30).
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Le borse americane iniziano la giornata in ribasso a causa di dati macroeconomici deludenti e un aumento dei rendimenti dei titoli di Stato. Il deficit commerciale degli Stati Uniti è cresciuto oltre le aspettative, mentre l’attenzione si sposta sulle scorte di greggio e gas.
Il deficit della bilancia commerciale degli Stati Uniti ha registrato un incremento del 4,7% a novembre, superando le previsioni degli analisti. Il dipartimento del Commercio ha riportato un deficit di 102,86 miliardi di dollari, contro stime di 101,2 miliardi. L’aumento è dovuto principalmente a un incremento delle importazioni, che hanno raggiunto 279,2 miliardi di dollari.
Nel 2024, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, insieme agli assessorati regionali, ha approvato 25 progetti di sviluppo della rete elettrica nazionale, gestiti da Terna, per un totale di oltre 2,3 miliardi di euro. Questi progetti, tra cui Elmed, Adriatic Link e Bolano-Annunziata, porteranno benefici ambientali, sociali ed economici, riducendo l’impatto paesaggistico e liberando territorio.
La Banca Mondiale ha rivisto al rialzo le stime di crescita economica della Cina per quest’anno e il prossimo, segnalando però preoccupazioni per la fiducia dei consumatori e il settore immobiliare. Le sfide interne e l’imminente aumento dei dazi USA potrebbero influenzare la crescita futura.