Draghi conferma: referendum, Bce ha strumenti per mantenere stabilità
Nel corso di unj’intervista rilasciata al quotidiano spagnolo El-Pais, il numero uno della Bce affronta diverse questioni: referendum costituzionale in Italia, Pil, inflazione. Così risponde a una domanda su quelle che sarebbero le ripercussioni sui mercati sia dell’esito del voto che gli italiani daranno alle riforme di Renzi domenica 4 dicembre che di altri eventi politici, come le elezioni in Francia e in Germania. El-Pais chiede a Draghi se esiste il rischio che si ripetano le turbolenze del 2012.
“Non posso commentare eventi politici che non si sono ancora presentati. Quello che sappiamo è che abbiamo un obiettivo, che è la stabilità dei prezzi e abbiamo gli strumenti per realizzarla. Come possiamo contribuire alla fiducia e alla stabilità? Soddisfacendo il nostro mandato”.
Non si sbilancia molto, Draghi, a parte quanto affronta i temi di crescita e inflazione
“La ripresa, seppur modesta, è robusta. Stiamo crescendo e l’inflazione sta migliorando. Il Pil europeo è tornato al suo livello pre-crisi, anche se dopo sette anni e mezzo”. Certo l’incertezza politica è dominante. Ma Draghi nega che nel Consiglio direttivo della Bce si sia mai parlato di un ritiro graduale del piano di Quantitative easing mentre, sull’estensione dello stesso programma afferma:
“Questo lo deciderà il Consiglio direttivo, e lo farà l’8 dicembre”.
“Quest’anno abbiamo sofferto una moltitudine di incertezze: prima il rallentamento dell’economia cinese e la stagnazione del commercio mondiale, poi il referendum sulla Brexit e le elezioni negli Stati Uniti. La domanda chiave è quanto l’incertezza politica sta condizionando la ripresa economica”.
Ieri, le indiscrezioni di Reuters sulla possibilità di uno scudo Bce per mettere al riparo i titoli di stato italiani in caso di scossoni dei mercati legati all’esito del referendum costituzionale
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Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.