Draghi, euforia euro dollaro dura poco
Oggi si è interrotto il silenzio strategico tenuto dalla Bce dopo il risultato choc della Brexit. I risultati della prima uscita pubblica posto referendum sono stati contrastanti. “Da un lato si nutrivano forti aspettative, visto che si trattava della prima uscita ufficiale di Francoforte dopo il referendum, dall’altro il consensus stimava in larga parte il mantenimento dello status quo relativo alle leve di politica monetaria. Soprattutto relativamente a tassi e Quantitative Easing, per il quale nessuna modifica avverrà sul fronte della durata, dell’importo e del ventaglio di strumenti che la BCE può acquistare nell’ambito del programma di allentamento monetario”, dice Davide Marone, senior analyst di FXCM Italia.
“La strategia comunicativa e fattuale del banchiere centrale verteva su un sostanziale stemperamento dei toni allarmistici che potevano derivare dal tema Brexit, per cui l’Eurozona è fortemente esposta; tema per il quale Draghi ha preso tempo, affermando come sia troppo presto per valutare l’impatto economico dell’evento e di come sia necessario ottenere più informazioni pur reiterando sui famigerati “downside risks” che affliggono l’area euro. Il non interventismo, inoltre, risulta funzionale a non instillare volatilità sui mercati a fronte anche dell’imminente mese di agosto, nel quale solitamente questi ultimi sono piuttosto illiquidi ed esposti a potenziali forti scossoni“, dice l’analista.
“In ultimo, Draghi si è riservato di implementare ulteriori (ed estreme) misure proprio a fronte di un potenziale veloce deterioramento degli indicatori economici, che però anche nel dopo Brexit non si è palesato. L’eurodollaro ha inizialmente reagito positivamente sui toni neutrali risalendo fino a $1,1065 dai minimi intraday in area $1,10, per poi lasciare spazi a vendite nel momento in cui, in assenza di contenuti, è in qualche modo tornato a seguire il trend e i fondamentali. Sotto $1,0970 sono ipotizzabili discese importanti sui minimi post-Brexit a $1,0915″.
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Eni ha concluso l’acquisto di oltre 3,4 milioni di azioni proprie nell’ambito del programma di buyback, per un valore di quasi 45 milioni di euro. Questo porta il totale delle azioni riacquistate al 6,23% del capitale sociale. L’operazione ha influenzato il titolo in Borsa, che ha registrato un lieve calo.