Effetto Bank of Japan. Futures Dow Jones crollano -170 punti
Si profila una sessione decisamente negativa per Wall Street, che sconta anch’essa l’effetto Bank of Japan. I futures sul Dow Jones cedono 170 punti, o l’1% circa, a 17.790 punti, mentre quelli sullo S&P 500 sono in calo di 19,95 punti, o -1%, a 2.071,50. Male anche i futures sul Nasdaq, in flessione -29,50 punti, o -0,7%, a 4.394,50.
Attaccata dalle vendite la Borsa di Tokyo, con l’indice Nikkei che ha chiuso in calo -3,6% dopo il nulla di fatto della Bank of Japan. Su base percentuale, si è trattato della perdita giornaliera più forte dall’inizio di febbraio. Immediata la corsa ai beni rifugio che, a dispetto delle esportazioni del Giappone, ha privilegiato lo yen, interessato da un forte rally.
Così commenta la performance dei mercati azionari Usa Craig Erlam, analista senior dei mercati presso OANDA:
“La debolezza del dollaro è di solito positiva per l’azionario Usa, ma credo che l’attuale calo dei futures Usa sia più una reazione ai movimenti dell’azionario globale che conseguenza di una ragione domestica”.
Facebook in forte rialzo in premercato. Il titolo potrebbe avviare le contrattazioni a $118.50: si tratterebbe di un avvio di seduta record per la società.
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Seduta in calo per le borse europee e per Piazza Affari, all’indomani della riunione della Fed. Sul Ftse Mib arretrano soprattutto Tim e Stm
L’apertura di Wall Street segna un rialzo dopo i cali dei giorni scorsi dovuti alle previsioni sui tassi d’interesse della Federal Reserve. La Fed ha ridotto i tassi di 25 punti base, ma ha abbassato le previsioni di ulteriori tagli per il 2025 a causa dell’inflazione in aumento. Dopo il crollo di ieri, oggi il Dow Jones, l’S&P 500 e il Nasdaq mostrano segni di ripresa.
L’economia statunitense ha registrato un incremento del PIL del 3,1% nel terzo trimestre del 2024, superando le stime precedenti. I consumi hanno mostrato una forte crescita, mentre i profitti delle aziende hanno subito una leggera flessione. L’indice dei prezzi PCE è diminuito, indicando una bassa inflazione.
Le richieste di sussidio alla disoccupazione negli Stati Uniti sono scese più del previsto nella settimana al 13 dicembre, con un totale di 220 mila unità. Questo dato ha superato le attese degli analisti, che prevedevano un calo a 229 mila unità. La media delle ultime quattro settimane si è stabilizzata a 225.500 unità, evidenziando un quadro più accurato dello stato del mercato del lavoro.