Effetto inflazione su Wall Street: i buy portano il Nasdaq e lo S&P 500 a chiusura record da aprile 2022
Effetto inflazione Usa su Wall Street.
Ieri la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti (CPI), tra i parametri più importanti per misurare il trend delle pressioni inflazionistiche, ha alimentato le speranze che la Fed possa essere vicina alla fine dei ciclo dei rialzi dei tassi, lanciato più di un anno fa, per combattere l’impennata dei prezzi negli Stati Uniti.
L’indice CPI è salito infatti a giugno al ritmo annuale del 3%, lievemente al di sotto del rialzo del 3,1% atteso dal consensus.
Su base mensile, il dato ha segnato un rialzo dello 0,2%, anche in questo caso a un ritmo inferiore alle stime.
L’indice CPI core – che misura l’inflazione depurata dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni alimentari ed energetici – è salito anch’esso a un ritmo inferiore alle attese, riportando un rialzo del 4,8% su base annua e dello 0,2% su base mensile.
Per il dato core gli analisti avevano stimato rialzi pari rispettivamente a +5% e +0,3%.
Il trend su base annua del CPI core è stato il più basso dall’ottobre del 2021, a conferma di come i rialzi dei tassi lanciati dalla Fed di Jerome Powell stiano producendo gli effetti desiderati.
Evidente il raffreddamento dell’inflazione: l’anno scorso, in questo periodo, l’indice CPI segnava una crescita del 9% circa, al record dal novembre del 1981.
Positiva la reazione di Wall Street, che ha visto lo S&P 500 e il Nasdaq Composite chiudere la giornata di contrattazioni al record dall’aprile del 2022.
Lo S&P 500 ha chiuso la sessione in rialzo dello 0,74%, a quota 4.472,16 punti.
Il Dow Jones Industrial Average ha messo a segno un rialzo di 86,01 punti (+0,25%), a quota 34.347,43. Il Nasdaq Composite è balzato dell’1,15% a 13.918,96.
Alle 7.50 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones avanzano dello 0,13%.
I futures sullo S&P 500 mettono a segno un rialzo dello 0,24%, mentre i futures sul Nasdaq salgono dello 0,38%.
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