Elezioni, cala tensione sui Btp in attesa di Mattarella e indicazioni nuovo governo
Sul fronte obbligazionario, i rendimenti decennali dei Btp scambiano in lieve calo dopo il balzo di circa dieci punti base messo a segno ieri quando sono usciti i risultati delle elezioni politiche. L’andamento della vigilia ha allargato lo Spread con i Bund tedeschi ai massimi da gennaio. Gli investitori in queste ore preferiscono però non correre troppi rischi e mantenersi nelle retrovie, in attesa di scoprire a chi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella darà l’incarico per formare il nuovo governo italiano. L’ipotesi più gettonata è che spetti alla coalizione del centro-destra, a trazione Lega, la quale ha ottenuto più seggi del M5S. In attesa di novità il prezzo del Btp a 10 anni recupera terreno sui Bund nei primi scambi, con lo Spread che si attesta a 143 punti base, stando agli schermi Reuters.
Le ipotesi percorribili di governo sono quattro e tutte indicano una maggioranza risicata (come nel primo caso) o potenzialmente instabile, per via della presenza nell’una o nell’altra larga intesa di un partito divisivo come il M5S o la Lega. Gli scenari sono: 1) Centrodestra con il sostegno di una cinquantina di deputati “responsabili” di altre formazioni alla Camera e una ventina di senatori al Senato; 2) Centrodestra e Centrosinistra (gruppo PD); 3) M5S e Lega; 4) M5S con l’appoggio di Centrosinistra e LeU, che ha dato la sua disponibilità prima del voto. Renzi, segretario dimissionario del PD, ha invece espresso la volontà di stare all’opposizione (“come ci hanno chiesto i cittadini”) e di non volersi alleare con “gli estremisti”. La soluzione numero tre è l’unica che potrebbe mettere seriamente in crisi i mercati, ma sarebbe anche probabilmente la più “stabile” di tutte per via dei punti comuni programmatici. C’è da sottolineare che se ci si fida dei programmi, anche un’eventuale governo a guida centrodestra potrebbe intimorire gli investitori, in quanto sono preventivate misure di alleggerimento fiscale (flat tax) e aumento delle spese che rischiano di innervosire Bruxelles, di rimandare il percorso di rientro del debito e le riforme necessari.
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