Elezioni Olanda, Wilders non è più in testa ai sondaggi
Il partito anti-Islam di Geert Wilders è piombato alle spalle della formazione dell’attuale premier olandese, il conservatore Mark Rutte; lo attesta l’ultima elaborazione di Peilingwijzer, un aggregatore di sondaggi. Wilders ha riscosso i maggiori consensi nelle ultime settimane in vista delle elezioni che si terranno il prossimo 15 marzo nei Paesi Bassi. Ora, però, sembra che le preoccupazioni degli olandesi siano rivolte più su questioni di politica interna, che non nei rapporti con l’Ue o l’immigrazione, i temi cari Partito per la Libertà di Wilders. E’ questa l’analisi del professore emerito della università Erasmo di Rotterdam, Rinus van Schendelen. Raggiunto da Sputnik (un media network collegato al Cremlino), van Schendelen ha detto che “ogni cosa può ancora accadere” dato che l’elettorato è “molto mobile”, “solo il 15% circa degli elettori olandesi è fedele a un partito”.
“Al momento i dibattiti elettorali stanno toccando di rado l’Ue e l’immigrazione. Questo è molto strano. Il dibattito politico attualmente in corso nelle televisioni alla radio e su altri media verte su questioni di politica interna, per esempio pensioni, istruzione e disoccupazione”, ha aggiunto il professore emerito.
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Seduta in chiaroscuro per le borse del Vecchio Continente. A Piazza Affari, il Ftse Mib termina in rialzo dello 0,5% a 35.108 punti
A Wall Street, l’apertura è piatta con il settore tecnologico sotto pressione. Le dichiarazioni dell’AD di Nvidia, Jensen Huang, influenzano l’andamento dei titoli, mentre i titoli quantistici crollano. Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq registrano lievi perdite, mentre il prezzo del petrolio Wti al Nymex aumenta leggermente.
Negli Stati Uniti, il numero di nuovi richiedenti i sussidi di disoccupazione è diminuito nella prima settimana di gennaio, scendendo di 10.000 unità, contro le aspettative di un aumento. Questo rappresenta un miglioramento rispetto al picco di 6,9 milioni di richieste durante la pandemia.
Eni ha concluso l’acquisto di oltre 3,4 milioni di azioni proprie nell’ambito del programma di buyback, per un valore di quasi 45 milioni di euro. Questo porta il totale delle azioni riacquistate al 6,23% del capitale sociale. L’operazione ha influenzato il titolo in Borsa, che ha registrato un lieve calo.