Elezioni Germania: appuntamento domenica 26 settembre, si prepara la svolta a sinistra?
Si avvicina l’appuntamento con le elezioni federali tedesche che si svolgeranno il 26 settembre, e che segneranno una svolta dopo quasi 16 anni di governo della Christian Democratic Union (CDU), sotto la leadership di Angela Merkel.
A meno di una settimana dal voto, il team strategie di credito globale di Algebris guidato da Alberto Gallo, gestore del fondo Algebris Global Credit Opportunities Fund, si sofferma sui sondaggi che hanno mostrato un quadro piuttosto equilibrato fino all’inizio dell’estate, il Social Democratic Party (SPD), partito di sinistra moderata, sta mostrando un forte guadagno di consensi nelle ultime settimane. I sondaggi di Politico del 14 settembre indicano come l’SPD stia battendo la CDU con un margine abbastanza ampio, 25% contro 21%. Secondo altri sondaggisti la CDU è sotto al 20%, il livello più basso degli ultimi 20 anni. Bene anche i verdi, che si attestano intorno al 15-16% nei sondaggi. Mentre lo scenario base rimane ancora quello di una grande coalizione, le possibilità di un governo senza CDU sono ora più alte. Le due possibilità sono quelle di una “coalizione semaforo” tra SPD, Verdi e Free Democratic Party (FDP) o una coalizione “rosso-rosso-verde” tra SPD, Linke e Verdi.
“Un governo senza CDU segnerebbe una grande svolta in Germania, poiché alcune delle posizioni più dure sulla politica fiscale e monetaria potrebbero ammorbidirsi dopo quasi 20 anni – segnalano gli esperti -. I mercati dei tassi dell’UE hanno iniziato a muoversi dall’estate, ma i rendimenti reali e nominali rimangono ampiamente in territorio negativo. Le azioni e le banche europee hanno registrato un rally nel 2021, ma mostrano valutazioni molto più interessanti delle controparti tecnologiche negli Stati Uniti e in Asia”. Secondo la view di Algebris, se una ‘svolta a sinistra’ in Germania si aggiungesse ad un contesto di aumento dell’inflazione e di potenziale tapering della Banca centrale europea (Bce) nel 2022, si vedranno ancora tassi e quotazioni azionarie a livelli più elevati in Europa.
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Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.