Eni trova sponda in corsa del Brent e nuovi rumor su cessione quota Enipower
Sixth Street in pole per rilevare una quota di Enipower. Secondo alcune indiscrezioni, riportate anche dal Sole 24 Ore, la società d’investimento globale Sixth Street sarebbe pronta per acquisire una quota di minoranza del gruppo Enipower, società controllata interamente da Eni e dedicata alla produzione di energia elettrica. Il colosso italiano dell’energia, che non ha mai commentato i rumors sull’operazione, ai primi di dicembre ha ricevuto offerte vincolanti per rilevare fino al 49% del capitale di Enipower.
Eni al momento si muove in rialzo dello 0,3% a Piazza Affari a 13,25 euro ad azione in una giornata intonata negativamente per l’azionario. Sponda al titolo del Cane a sei zampe arriva anche dai nuovi rialzi del petrolio, con Brent ai nuovi massimi dal 2014 in area 88$ al barile.
Enipower dispone di 5 centrali termoelettriche e tra gli altri, anche gli analisti di Equita ritengono che l’operazione possa avere risvolti positivi per il titolo, infatti, si dicono pronti ad alzare i target su Eni che al momento rimangono Buy a 15 euro. La sim milanese valuta conservativamente l’intero del segmento Power a 0,7 mld, ovvero €150 mln per GW di capacità e implicitamente a 6x EV/EBIT FY21. La maggior valorizzazione potrebbe far incrementare circa del 1%-2% il target price indicato da Equita.
A fine novembre, i concorrenti in gara erano principalmente tre: oltre a Sixth Street, sono stati infatti coinvolti Blackrock, ma anche Eig Global Energy Partners. Blackrock, che detiene già il 2,6% circa di Eni, sembrava inizialmente favorito, mentre nelle ultime settimane ha provato a inserirsi anche il fondo internazionale Gip, Global Infrastructure Partners, ma alla fine sembrerebbe in testa proprio il colosso Sixth Street. Visti gli impegni di Eni nella transizione energetica le risorse che saranno ottenute dall’operazione potrebbero essere utilizzate per finanziare i nuovi investimenti nel settore delle energie rinnovabili. Ricordiamo inoltre che Eni è anche impegnato nella quotazione di Plenitude, la nuova divisione, finora nota come Eni R&R, che mette insieme retail, rinnovabili e mobilità elettrica. La società sbarcherà in Borsa entro il 2022 ed Eni manterrà una quota di maggioranza.
La maggioranza (19) degli analisti monitorati da Bloomberg danno un’indicazione “Buy” su ENI, in 10 dicono di mantenere in portafoglio (“Hold”), mentre solo 1 ha una visione “Sell” sul titolo. Il target price medio a 12 mesi è a 14,34 euro, con un rendimento potenziale del 8,7% dai prezzi attuali.
Analisi tecnica:
Dopo il doppio minimo a 11,49 di dicembre e il test della trendline rialzista costruita da minimi del 2020, Eni ha trovato nuova forza rialzista superando ad inizio 2022 i precedenti massimi in area 12,70, prezzi che non venivano ritestati da 2 anni. La tendenza è al rialzo e in caso di prosecuzione del trend le prossime aree di resistenza sono prima 13,40 e poi area psicologica di 14 euro, livelli pre-pandemici. Veniamo da 5 sedute di rialzi e dato l’allungo è possibile un ritracciamento sul titolo, che potrebbe condurre i prezzi fino all’importante supporto di 12,70 euro, prima di proseguire la tendenza al rialzo. Altro supporto di breve che potrebbe frenare uno storno dei prezzi è il livello di 12,97 euro. Su grafico settimanale i prezzi hanno superato con forza al rialzo la media mobile a 200 periodi mentre sul giornaliero sono abbondantemente al di sopra di essa. Si segnala infine un Rsi in ipercomprato a quota a 72 e la posizione long dei principali indicatori trend follower come il parabolic Sar e il Macd.
Breaking news
Le borse americane iniziano la giornata in ribasso a causa di dati macroeconomici deludenti e un aumento dei rendimenti dei titoli di Stato. Il deficit commerciale degli Stati Uniti è cresciuto oltre le aspettative, mentre l’attenzione si sposta sulle scorte di greggio e gas.
Il deficit della bilancia commerciale degli Stati Uniti ha registrato un incremento del 4,7% a novembre, superando le previsioni degli analisti. Il dipartimento del Commercio ha riportato un deficit di 102,86 miliardi di dollari, contro stime di 101,2 miliardi. L’aumento è dovuto principalmente a un incremento delle importazioni, che hanno raggiunto 279,2 miliardi di dollari.
Nel 2024, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, insieme agli assessorati regionali, ha approvato 25 progetti di sviluppo della rete elettrica nazionale, gestiti da Terna, per un totale di oltre 2,3 miliardi di euro. Questi progetti, tra cui Elmed, Adriatic Link e Bolano-Annunziata, porteranno benefici ambientali, sociali ed economici, riducendo l’impatto paesaggistico e liberando territorio.
La Banca Mondiale ha rivisto al rialzo le stime di crescita economica della Cina per quest’anno e il prossimo, segnalando però preoccupazioni per la fiducia dei consumatori e il settore immobiliare. Le sfide interne e l’imminente aumento dei dazi USA potrebbero influenzare la crescita futura.