Escalation guerra commerciale, S&P: si rischia “shock del sentiment”
Dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato nuovi dazi sui prodotti cinesi per 200 miliardi di dollari, la Cina ha fatto sapere a stretto giro di posta che risponderà in modo adeguato non appena le tariffe all’import, inizialmente fissate al 10% ma che potrebbero arrivare fino al 25%, entreranno in vigore. Nel mirino degli Usa sono finiti circa 6.000 beni: è il giro di vite più pesante dall’inizio della guerra commerciale tra Washington e Pechino, le due principali economie al mondo.
Secondo Wilbur Ross, segretario americano del Commercio, la Cina avrebbe ormai finito le sue munizioni nella guerra commerciale e non può fare molto per contrastare l’azione del governo Trump. Non è esattamente dello stesso avviso Standard & Poor’s. Secondo l’agenzia di rating la temuta escalation della battaglia a colpi di dazi è arrivata e rischia di compromettere il morale, causando un vero e proprio “shock” del sentiment.
Pechino, visto che gli Usa esportano solo 130 miliardi di dollari l’anno in Cina (dati del 2017), non può arrivare ai 200 miliardi di valore di beni colpiti dagli americani. Ma l’economia è talmente interconnessa su scala globale che la Cina ha diverse frecce al suo arco: potrebbe smettere di comprare Treasuries usa e liquidare le sue posizioni, oppure potrebbe lanciare una guerra valutaria, svalutando lo yuan oppure ancora potrebbe impedire ad alcune aziende Usa di accedere al mercato cinese, che è sempre più redditizio.
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