Etp, raccolta netta globale rimane a “segno più” a marzo
La raccolta netta globale per gli exchange traded products è rimasta positiva a marzo, nonostante choc del coronavirus. Il dato, +17,2 miliardi dollari è comunque il più basso dall’agosto 2019. E’ quanto emerge dai dati pubblicati da BlackRock ETP Landscape Report.
Il reddito fisso ha registrato i maggiori deflussi mensili su base storica – e il primo dato negativo da giugno 2015, pari a 34,5 miliardi di dollari in uscita su scala globale. Al contrario, le materie prime hanno registrato i maggiori afflussi mensili di sempre (pari a 11,7 miliardi di dollari).
Afflussi pari a 35,3 miliardi di dollari per gli ETP azionari finora indicano un contenuto rallentamento sull’asset class azionaria, che ha anche recuperato i deflussi di fine febbraio.
Si conferma, infine, il trend sugli investimenti sostenibili, che hanno registrato nuovi flussi in ingresso per 14,6 miliardi di dollari, che seguono i positivi flussi di febbraio pari a 23,5 miliardi di dollari.
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Piazza Affari chiude debole con le altre borse europee. I dati Usa su inflazione core Pce e Pil rafforzano la visione cauta della Fed
Wall Street apre senza grandi variazioni in una giornata caratterizzata dalla pubblicazione di importanti dati macroeconomici, con particolare attenzione all’indice Pce sull’inflazione, preferito dalla Federal Reserve. In vista del Ringraziamento, i mercati saranno chiusi domani e opereranno in modalità ridotta venerdì. Dopo un inizio stabile, il Dow Jones registra un lieve incremento, mentre S&P 500 e Nasdaq mostrano leggere perdite. Il petrolio Wti segna un aumento marginale al Nymex.
Negli Stati Uniti, le richieste di mutui sono in aumento grazie al calo dei tassi d’interesse per la prima volta in oltre due mesi. Secondo la Mortgage Bankers Association, le richieste totali sono cresciute del 6,3%. Le domande di mutuo per l’acquisto di una casa sono particolarmente in crescita, registrando un aumento del 12% rispetto alla settimana precedente.
Stellantis annuncia la chiusura della fabbrica di Luton, concentrando la produzione a Ellesmere Port per allinearsi alla transizione verso i veicoli elettrici nel Regno Unito. La decisione, influenzata dalle politiche del governo britannico, mette a rischio 1.100 posti di lavoro, ma promette nuove opportunità a Ellesmere Port.