Euro sotto pressione sul dollaro. Dollar Index in ripresa da minimo in 4 mesi. Le scommesse su tassi Fed
Euro sotto pressione nei confronti del dollaro Usa: il rapporto EUR-USD scende dello 0,22%, a quota $ 1,0955.
Focus sul Dollar Index, poco mosso, attorno a 102,20, dopo aver perso ieri più dello 0,3% ed essere sceso fino al minimo in quattro mesi, a 101,76 punti, la scorsa settimana, dopo l’annuncio sui tassi della Fed.
Il dollaro ha scontato nelle ultime sessioni la prospettiva di immimenti tagli dei tassi da parte della Fed di Jerome Powell.
Dal CME FedWatch emerge in particolare che i mercati scommettono su un primo taglio dei tassi Usa da parte della Fed, nel meeting di marzo del 2024, con una probabilità pari al 67,5%.
La valuta Usa oggi perde anche nei confronti dello yen, che era stato zavorrato ieri da una Bank of Japan che rimane ostinatamente dovish.
Nel suo ultimo atto del 2023, la banca centrale del Giappone ha confermato la sua politica estremamente accomodante incentrata sui tassi negativi (-0,1%) e sulla politica di controllo della curva dei rendimenti, dando pochi segnali di una imminente grande svolta attesa a breve, ovvero dell’arrivo dei rialzi dei tassi anche in Giappone.
Oggi lo yen segna un lieve rialzo, con il rapporto USD-JPY in calo dello 0,09% a quota 143,71. Lo yen sale anche nei confronti dell’euro, con il rapporto EUR-JPY in flessione dello 0,30% a quota JPY 157,42.
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A settembre, il fatturato dell’industria italiana ha subito una flessione sia in termini congiunturali che tendenziali, segnando il quinto calo consecutivo. I dati mostrano una diminuzione dello 0,3% in valore e dello 0,1% in volume rispetto al mese precedente, mentre su base annua il calo è del 5,7% in valore e del 4,7% in volume.
Le borse di Hong Kong e Shanghai terminano il mese di novembre con risultati contrastanti. Nonostante le incertezze economiche, l’indice Hang Seng vede una crescita costante nel 2023, mentre Shanghai registra un leggero aumento mensile.
Il Prodotto Interno Lordo (PIL) della Svizzera ha registrato una crescita dello 0,2% nel terzo trimestre, un rallentamento rispetto al trimestre precedente. Il Ministero dell’Economia ha confermato i dati precedenti, indicando che il calo è dovuto a una diminuzione dei consumi delle famiglie e degli investimenti nelle costruzioni, oltre a un rallentamento nel settore chimico-farmaceutico.