Fed fa intendere velatamente che alzerà i tassi a dicembre
Il momento per un rialzo dei tassi in Usa si avvicina ma non è ancora il momento propizio. La Federal Reserve vuole prima ricevere altre informazioni sulla solidità della ripresa e sull’andamento dell’inflazione prima di agire in senso restrittivo. Con otto voti favorevoli e due contrari il comitato di politica monetaria della Fed ha deciso di lasciare lo status quo sui tassi di riferimento, che vengono confermati nel range di 0,25-0,50%.
“Il comitato giudica che le ragioni per un incremento dei tassi di interesse sono aumentate progressivamente, ma ha deciso per il momento di aspettare di avere alcune ulteriori prove del progresso fatto verso i suoi obiettivi”, si legge nel comunicato di politica monetaria della banca centrale.
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L’avvio di Wall Street è caratterizzato da incertezze mentre la stagione delle trimestrali bancarie prende il centro della scena. Gli utili di Goldman Sachs, Bank of America e Citigroup superano le aspettative, ma l’indice manifatturiero Empire State di ottobre mostra una contrazione inattesa. Gli investitori attendono discorsi chiave della Fed per ulteriori indicazioni.
Il gigante farmaceutico Johnson & Johnson ha registrato un incremento significativo degli utili nel terzo trimestre, superando le previsioni di mercato. Con un utile netto di 2,69 miliardi di dollari e un fatturato di 22,47 miliardi, la società prevede una solida performance anche per l’intero anno.
Boeing ha siglato un accordo di credito supplementare da 10 miliardi di dollari con grandi banche, tra cui BofA e Citi, per affrontare problemi di liquidità legati a uno sciopero che ha bloccato la produzione del 737 MAX. La società ha annunciato il taglio del 10% della sua forza lavoro globale e potrebbe raccogliere fino a 25 miliardi di dollari attraverso un’offerta di titoli di debito e azioni.
Sace ha riportato un significativo aumento dell’utile netto nel primo semestre 2024, con risultati positivi in investimenti e ricavi assicurativi. L’azienda ha mobilitato 26,3 miliardi di euro, di cui una parte consistente ha supportato l’export e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.