Fed non impaurirà i mercati: da mettere in conto rialzo Borse e calo dollaro
La Federal Reserve aumenterà il costo del denaro dallo 0,5% allo 0,75%: questo è un dato di fatto, che i mercati danno per sicuro al 100%. Secondo François Rimeu, Head of Cross-Asset di La Française Asset Management, su questo non ci sono dubbi, a meno che non si verifichi un evento catastrofico da qui a mercoledì.
Il fatto che una stretta monetaria, la seconda in dieci anni e la prima da 12 mesi, sia scontata, non vuol dire che la riunione non sia ricca di spunti interessanti. Innanzitutto si tratta del primo meeting della banca centrale da quando è stato eletto Donald Trump, che ha spesso criticato senza peli sulla lingua l’operato di Janet Yellen e soci. “La riunione potrebbe risultare più importante di quanto il mercato si aspetti“, avverte Rimeu.
Detto questo, la Fed difficilmente esprimerà la volontà di dare un’accelerazione al passo con il quale verranno imposti rialzi del costo del denaro l’anno prossimo. Questo, secondo il gestore, per i seguenti motivi:
- da mesi la Fed va dicendo che il ritmo delle strette monetaria dipenderà dai dati macro e Yellen dovrebbe ribadire questo concetto;
- il piano di stimolo fiscale di Trump è ancora troppo vago per essere preso sul serio e per essere sicuri che si concretizzi;
- la Fed non ha alcuna intenzione di impaurire i mercati, in particolare visto lo slancio che hanno già preso i mercati obbligazionari;
- se tutto dovesse andare come previsto, la reazione del mercato sarà positiva per l’azionario e i mercati emergenti, mentre sarà leggermente negativa per i rendimenti obbligazionari e il dollaro.
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La Borsa di Tokyo ha terminato la giornata in calo, influenzata dalle politiche restrittive della Fed e dal crollo dei titoli tecnologici in Asia, seguendo Wall Street. Mentre le banche hanno limitato le perdite, l’indice Nikkei ha perso l’1,09% e il Topix lo 0,73%. La BoJ si prepara a un aumento dei tassi a dicembre. Hong Kong in ripresa, Shenzhen e Shanghai mostrano andamenti contrastanti.
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