Fed: politiche Trump potrebbero spingerci ad alzare tassi “relativamente presto”
Il costo del denaro potrebbe aumentare prima del previsto negli Stati Uniti. Le politiche di alleggerimento fiscale “fenomenali” promesse dal presidente Donald Trump potrebbero convincere la Federal Reserve ad alzare i tassi di interesse “relativamente presto”, tanto che è da mettere in conto anche una stretta monetaria nella riunione di marzo. Per lo meno verrà presa in considerazione. Sono questi i principali concetti espressi dalla Fed nei suoi verbali pubblicati oggi alle 20 italiane e che fanno riferimento alla riunione di politica monetaria del 31 gennaio e primo febbraio 2017. In quell’occasione diversi membri del board dell’istituto centrale americano dissero che potrebbe essere “appropriato” aumentare di nuovo il costo del denaro “relativamente presto”. Cosa ciò significhi non è dato saperlo, ma chiaramente la Fed vuole preparare il mercato per una possibile stretta in un futuro non troppo lontano. I future sui Fed Funds danno al 40% circa le chance di un rialzo dei tassi a marzo (vedi grafico sotto).
Da tempo Janet Yellen e i suoi colleghi hanno la tendenza a non sbilanciarsi. Negli ultimi dieci anni hanno imposto due strette monetarie soltanto. Perché ci sia presto un’altra stretta monetaria dovranno verificarsi una serie di condizioni, tra cui un miglioramento del mercato del lavoro e dell’inflazione $in linea con le stime della banca centrale. Al meeting del 14 e 15 marzo mancano solo tre settimane e pare che soltanto uno choc imprevisto potrebbe cambiare il quadro economico, che per il momento resta sotto controllo nonostante una “incertezza elevata” legata alla portata, alla tempistica e agli effetti di potenziali cambiamenti della politica fiscale dell’amministrazione Trump.
Come da copione, la Fed non cita mai per nome il 45esimo presidente americano. Tuttavia le cosiddette minute abbondano di riferimenti indiretti al successore di Barack Obama. E tra i membri del Federal Open Market Committee c’è chi ha messo persino in guardia: i tagli alle tasse e gli stimoli fiscali promessi dall’inquilino della Casa Bianca, promessa alla base di una corsa poderosa che ha spinto l’azionario americano a livelli record, “potrebbero non materializzarsi”. Se così fosse sarebbe un bel colpo per quegli investitori che hanno deciso di scommettere tutto in anticipazione di qualcosa che ancora non è stato nemmeno presentato.
Breaking news
I mercati asiatici chiudono in rialzo, con Hong Kong e Cina continentale in attesa dei risultati di Nvidia. L’indice Hang Seng e l’Hang Seng Tech registrano guadagni, sostenuti dai settori tecnologico e farmaceutico.
A settembre, la produzione nel settore delle costruzioni nell’area euro è calata dello 0,1% rispetto ad agosto, mentre in Italia è cresciuta del 2,2%. Questi dati, riportati da Eurostat, evidenziano una tendenza negativa per l’area euro, nonostante l’Italia mostri segnali di ripresa.
Avvio positivo per le borse europee, compresa Piazza Affari. Oggi report salari Bce e stasera trimestrali
Stm annuncia nel giorno del suo CMD le nuove prospettive di medio-lungo termine, posticipando al 2030 l’obiettivo di 20 miliardi di ricavi