Fmi premia l’Italia, PIL meglio della Germania per due anni. Kairos su Piazza Affari: parola d’ordine selettività, occhio a insidie banche
L’Italia di Mario Draghi si conferma al “centro della scena internazionale”, sottolinea Massimo Trabattoni – Head of Italian Equity di Kairos, nella sua rubrica “Italian Times”.
La nota è stata diffusa nello stesso giorno in cui il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha rivisto al rialzo le stime sulla crescita del Pil italiano, per gli anni 2021 e 2022.
Dopo la contrazione pari a -8,9% nel 2020 a causa delle ripercussioni che la pandemia Covid-19 e i conseguenti lockdown hanno avuto sull’economia italiana, il prodotto interno lordo è atteso rimbalzare quest’anno del 4,9%, ben 0,7 punti percentuali in più rispetto al +4,2% previsto da Washington ad aprile.
Per il 2022 le previsioni sono di una espansione al ritmo del 4,2%, 0,6 punti percentuali in più rispetto alle stime di aprile.
L’Italia mette dunque il turbo, e lo fa anche più del motore dell’economia dell’Europa, la Germania, per cui il Fondo prevede un aumento del Pil pari a +3,6% nel 2021 e del 4,1% l’anno prossimo.
Certo, rischi alla crescita interessano il mondo intero. L’Fmi puntualizza infatti che “l’emergere di nuove varianti molto contagiose potrebbe deragliare la ripresa e spazzare via 4.500 miliardi di dollari dal pil entro il 2025″.
KAIROS, Trabattoni: “L’Italia resta al centro della scena internazionale”
Ma veniamo alla nota di Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity di Kairos, che porta il titolo “L’Italia resta al centro della scena internazionale”:
“Da inizio anno il FTSE MIB ha messo a segno rialzi a doppia cifra e nello stesso periodo le small e mid cap di Piazza Affari si sono messe in evidenza con performance ancora più robuste. Ne deriva che questo tema di investimento resta interessante e, secondo Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity, riguarda quelle aziende con potenziali di crescita sostenuti, alle quali si fornisce una leva per un ulteriore sviluppo.
“È vero che queste società hanno beneficiato dei tassi bassi ma, a causa della loro struttura patrimoniale, spesso non hanno la possibilità di autofinanziarsi e quindi devono raccogliere equity dal mercato per crescere e svilupparsi” spiega Trabattoni. Tuttavia è indispensabile essere selettivi perché le valutazioni sono cresciute molto e in diversi casi i margini per nuovi rialzi si sono ridotti sensibilmente. Ciò riguarda anche titoli che oggi beneficiano di un momentum positivo per il proprio settore, ma che potrebbero scontare valutazioni molto meno favorevoli nell’eventualità di un brusco rialzo dei tassi. Una dinamica, quella appena descritta, che sembra non intaccare le solide prospettive dei settori legati alle infrastrutture, grazie principalmente ai sostanziosi piani di investimento previsti dal Next Generation EU, declinato in Italia attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) fresco di approvazione a Bruxelles. Le infrastrutture energetiche saranno infatti favorite dai fondi destinati al potenziamento della rete per venire incontro alla gestione dell’energia prodotta con tecnologia rinnovabile e alla domanda che avrà un’ulteriore spinta dalle ricariche del parco auto, sempre più orientato all’elettrico.
“Anche in questi casi, però, è opportuno osservare l’evoluzione dei tassi. Un aumento strutturale dei saggi di mercato di solito ha ricadute negative sulle aziende che fanno maggiore uso del debito, le cui valutazioni potrebbero risentirne”, spiega Trabattoni. Rimanendo nell’ambito delle infrastrutture, un altro capitolo interessante riguarda le torri TLC. Il passaggio alla tecnologia 5G è epocale e richiede investimenti ingenti, ma delinea anche prospettive molto positive per gli operatori del settore, soprattutto nel medio termine. Guardando poi la composizione degli indici di Piazza Affari, si nota una quota importante di titoli e settori ciclici, in particolare i finanziari.
“Nelle fasi in cui il mercato azionario va a posizionarsi sul tema del rialzo dei tassi in funzione delle maggiori aspettative inflattive, i titoli finanziari tendono a performare meglio della media. Tuttavia, il modello della maggior parte delle banche italiane quotate presenta comunque delle insidie perché vede una competizione sempre più forte soprattutto sul versante della nuova finanza (fintech), che ha meno costi strutturali e offre servizi sempre più smart. Per questo le banche devono accelerare le fusioni, snellirsi e cercare di ridurre ai minimi termini le inefficienze per restare competitive”, commenta Trabattoni. Il rialzo dei tassi può rappresentare un elemento positivo anche per le assicurazioni: “La struttura delle compagnie assicurative è comparabile a quella bancaria, forse solo un po’ meno regolamentata rispetto ai rigidi paletti imposti agli istituti di credito, ma anche l’assicurativo è un modello che resta continuamente minacciato dall’evoluzione tecnologica”, specifica il gestore. Per quanto riguarda l’ambito dei titoli growth, Massimo Trabattoni ritiene che la prova del nove arriverà con i profitti del secondo trimestre.
“È ancora presto perché non abbiamo al momento annunci sugli utili. Ma dai colloqui che abbiamo con le aziende la sensazione è che possano esserci delle notizie positive dalle trimestrali, e i prezzi di Borsa delle ultime settimane sembrerebbero andare in questa direzione. D’altra parte l’Italia resta al centro della scena internazionale, con gli investitori (anche esteri) che sembrano voler dare credito al cambio di passo che ci aspetta”.
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Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
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Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.