Focus su UniCredit e Intesa: Credit Suisse ha voglia di M&A e guarda a ‘una grande banca italiana’
Fusione tra Credit Suisse e UniCredit? O tra Credit Suisse e Intesa SanPaolo? L’ipotesi è stata presentata dal sito svizzero di finanza Inside Paradeplatz, ripresa poi da Bloomberg. L’articolo fa riferimento ad alcuni rumor circolati sul mercato, relativi alla presunta voglia di M&A del presidente Credit Suisse, Antonio Horta-Osorio, che guarderebbe sia all’Italia che alla Francia per trovare un potenziale partner per il colosso bancario elvetico. In Italia, l’attenzione di Horta-Osorio si sarebbe focalizzata per l’appunto su UniCredit, guidata dal ceo Andrea Orcel e su Intesa SanPaolo, capitanata dall’AD Carlo Messina. In Francia, la candidata ideale a una ipotetica merger con Credit Suisse sarebbe invece, secondo il presidente, BNP Paribas. Nessun commento ufficiale è arrivato dalle dirette interessate citate da Inside Paradeplatz . Bloomberg ha riportato che, contattata telefonicamente da Bloomberg News, UniCredit non ha rilasciato commenti sulle indiscrezioni. Credit Suisse ha preferito non commentare, mentre Bloomberg non è riuscita ancora a contattare BNP Paribas. Inside Paradeplatz ha fatto riferimento a indiscrezioni secondo cui Horta vorrebbe “vendere Credit Suisse o a fonderla” con una operazione di M&A “importante”. La controparte sarebbe “grande banca italiana”, che il sito identifica in UniCredit e Intesa SanPaolo. L’articolo fa riferimento anche al presunto interesse da parte di BNP a Credit Suisse.
C’è da dire che del presidente di Credit Suisse Antonio Horta-Osorio si è parlato molto in questi giorni, più per il mancato rispetto delle regole per la gestione del Covid-19 che non per la sua voglia di M&A. L’agenzia Reuters ha riportato che, da una indagine interna lanciata dalla banca svizzera, è emerso che Horta-Osorio ha violato per la seconda volta le regole imposte da un’autorità nazionale per arginare la pandemia Covid, presenziando alle finali di tennis Wimbledon di Londra, lo scorso luglio, senza osservare le norme sulla quarantena stabilite dal governo UK. In precedenza, il presidente aveva violato le regole sulla gestione del Covid imposte dalle autorità svizzere. Detto questo, tornando a un presunto interesse del presidente verso una fusione di Credit Suisse con UniCredit o Intesa SanPaolo, vale la pena ricordare quanto i rispettivi ceo delle due grandi banche italiane hanno commentato di recente riguardo al tema M&A. Il numero uno di Piazza Gae Aulenti Andrea Orcel: lo scorso 9 dicembre, in occasione dell’UniCredit Day, giorno cruciale in cui è stato presentato il nuovo piano strategico della banca “UniCredit Unlocked” 2022-202, Orcel – reduce dal flop delle trattative con il Mef per inglobare gli asset migliori di Mps, ha detto chiaramente che le operazioni di M&A – fusione e acquisizione, mergers and acquisitions – si possono valutare se rispondono alla strategia della banca, aggiungendo che i criteri per stabilire una tale conformità sono “l’idoneità strategica, aiutarci nel Rote, negli obiettivi di distribuzione e rafforzare il business”. L’AD ha precisato: “Non escludo e non pianifico M&A”. Per l’ennesima volta, il Ronaldo dei banchieri ha sottolineato come l’M&A non sia, in definitiva, un must. Alla fine di dicembre, Orcel ha commentato a Der Spiegel le indiscrezioni su un possibile interesse di UniCredit verso la seconda banca tedesca Commerzbank: “Ci sono sempre stati rumors su questo argomento, ma la tempistica diventa fondamentale. Prenderemo sempre in considerazione opzioni strategiche di M&A se soddisfano criteri chiari, ma dobbiamo focalizzarci sulla realizzazione del piano strategico visto che non vogliamo deludere gli azionisti”.
Da segnalare come in un lontano passato si sia parlato anche di nozze tra UniCredit e la francese Société Générale. Riguardo all’ipotesi Commerzbank il nome della banca teutonica era rimbalzato più volte in riferimento alle possibile mosse della banca italiana, in modo particolare dopo l’addio a FinecoBank.
Per quanto riguarda invece Intesa SanPaolo, l’AD Carlo Messina aveva parlato della possibilità di lanciare acquisizioni piccole e selettive in Svizzera, paese in cui la banca SanPaolo “desidera crescere”, “simili all’assunzione di private banker, quindi molto piccole” (di certo non del calibro di Credit Suisse, insomma).
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