Forex, Draghi colomba ottiene quello che voleva: Euro buca quota $1,21
Il cross euro dollaro si sblocca e viola un importante livello tecnico al ribasso: dopo aver scambiato in area $1,22 per diverso tempo, si indebolisce ulteriormente dopo la riunione di politica monetaria della Bce e scivola sotto quota 1,21, un supporto chiave. Le parole accomodanti di Mario Draghi, che a qualcuno hanno ricordato da vicino quelle di Mark Carney della Banca d’Inghilterra, influiscono negativamente sulla moneta unica. Dopo che il governatore della banca centrale britannica ha lasciato intendere che un rialzo dei tassi a maggio non è dare per scontato, il suo omologo della Bce ha invocato una certa prudenza per quanto riguarda le prospettive economiche dell’area euro, effettivamente in rallentamento. La forza del dollaro ha fatto il resto.
Gli esperti che hanno aderito all’indagine trimestrale della Bce vedono un passo di inflazione lievemente più basso per il 2019 e il 2020 mentre è stata confermata all’1,5% la stima per il 2018. Per il prossimo biennio le stime sono ora di una crescita dei prezzi dell’1,6% nel 2019 e dell’1,7% nel 2020. In entrambi casi è stato limato un decimo dalle stime precedenti. Confermata all’1,9% la stima di più lungo periodo, oltre il 2020. Rivista al rialzo invece la stime della crescita del Pil reale nel 2018 dal 2,3% al 2,4% e per il 2019 al 2% dal precedente 1,9%. Abbassata invece la proiezione al 2020 (dall’1,7% all’1,6%) e confermata all’1,6% la stima di tendenza per il lungo periodo oltre il 2020.
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Finale positivo a Piazza Affari, nonostante i ribassi delle banche. Male gli indici Pmi, torna in voga taglio tassi Bce da 50 bp
Gli indici di Wall Street mostrano andamenti contrastati mentre gli investitori valutano i dati macroeconomici dell’eurozona e le possibili nomine del presidente eletto Trump. L’attenzione è anche rivolta ai dati PMI e alla fiducia dei consumatori negli USA, con il mercato che specula su un possibile taglio dei tassi da parte della Fed.
Ferrari ha acquistato 18.671 azioni ordinarie sul New York Stock Exchange come parte del suo programma di riacquisto azionario. L’acquisto rientra nella quinta tranche di un piano pluriennale da 2 miliardi di euro previsto fino al 2026.
Bosch, il leader mondiale nella fornitura di componenti per autoveicoli, ha dichiarato l’intenzione di ridurre 5.550 posti di lavoro a livello globale, principalmente in Germania, a causa delle sfide nel mercato delle auto nuove. La produzione globale di veicoli è prevista stagnare o diminuire leggermente, influenzata dalla domanda calante, dalla transizione ai veicoli elettrici e dalla crescente concorrenza cinese.