Francia, il premier Philippe presenta la riforma delle pensioni
“Progressivamente, senza brutalità, e nel rispetto dei percorsi individuali” di carriera, ma la riforma delle pensioni francese va avanti e compie il suo primo passo ufficiale: il premier Edouard Philippe, infatti, ha presentato il progetto, che ha scatenato furiose rivolte nelle strade del Paese, al Consiglio economico e sociale.
“Un sistema universale comporta la soppressione dei 42 regimi esistenti, tra cui i regimi speciali”, ha chiarito Philippe, “so che numerosi dipendenti della SNCF e della RATP contestano questa ambizione. Ma è al centro del progetto presidenziale, approvato al momento del voto del 2017”.
L’età iniziale per il pensionamento non cambierà, resterà a 62 anni, ma verranno introdotti incentivi e penalizzazioni per spingere i francesi a lavorare più a lungo. Nonostante le proteste dei sindacati, il premier si è detto “totalmente determinato” ad andare avanti nella riforma.
Breaking news
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.
A settembre, i prezzi all’importazione in Italia hanno registrato una diminuzione dello 0,7% su base mensile e dello 0,5% su base annua, principalmente a causa del calo dei prezzi dei prodotti energetici. L’Istat evidenzia questo nuovo trend di ribasso che si discosta dall’aumento dell’1% osservato ad agosto, rendendo evidente l’influenza dei mercati energetici sull’economia italiana.