Germania: anche il primo trimestre sarà debole. Parola della Bundesbank
La crescita economica tedesca rimarrà debole nel primo trimestre del 2020, appesantita dalla debolezza dell’export e dall’epidemia di coronavirus in Cina. E’ quanto si legge nel resoconto mensile della Bundesbank, nel quale si specifica:
“Per il primo trimestre del 2020, non ci sono segni di un cambiamento fondamentale nell’economia tedesca”, dice la Bundesbank. “Con la comparsa del coronavirus in Cina all’inizio del 2020, è stato aggiunto un nuovo livello di rischio”.
La più grande economia europea è rimasta stagnante nel quarto trimestre ed è cresciuta appena dello 0,6% nell’intero 2019, con il settore manifatturiero entrato in recessione.
Un cambio di prospettiva ha invece interessato il surplus di bilancio. La Bundesbank ha spiegato che Germania ha “chiaramente un margine di manovra nella cornice delle regole di bilancio”. Si tratta di un netto cambio di linguaggio da parte dei banchieri centrali tedeschi che invitano ora la cancelliera Merkel a ridurre il surplus di bilancio per sostenere la crescita, anche alla luce dei nuovi rischi legati al coronavirus cinese.
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L’apertura di Wall Street segna un rialzo dopo i cali dei giorni scorsi dovuti alle previsioni sui tassi d’interesse della Federal Reserve. La Fed ha ridotto i tassi di 25 punti base, ma ha abbassato le previsioni di ulteriori tagli per il 2025 a causa dell’inflazione in aumento. Dopo il crollo di ieri, oggi il Dow Jones, l’S&P 500 e il Nasdaq mostrano segni di ripresa.
L’economia statunitense ha registrato un incremento del PIL del 3,1% nel terzo trimestre del 2024, superando le stime precedenti. I consumi hanno mostrato una forte crescita, mentre i profitti delle aziende hanno subito una leggera flessione. L’indice dei prezzi PCE è diminuito, indicando una bassa inflazione.
Le richieste di sussidio alla disoccupazione negli Stati Uniti sono scese più del previsto nella settimana al 13 dicembre, con un totale di 220 mila unità. Questo dato ha superato le attese degli analisti, che prevedevano un calo a 229 mila unità. La media delle ultime quattro settimane si è stabilizzata a 225.500 unità, evidenziando un quadro più accurato dello stato del mercato del lavoro.