Germania: inflazione delude, timori per indice prezzi area euro
L’inflazione in Germania cresce meno delle aspettative, dello 0,4% su base mensile a marzo e dell’1,6% su base annua. Gli analisti avevano stimato una crescita dello 0,5% e dell’1,7%. Insieme al dato deludente della crescita dei prezzi in Spagna, pubblicato martedì, le percentuali della Germania potrebbero riflettersi in modo negativo anche sull’indice dei prezzi al consumo dell’intera area euro. È quanto si legge in un commento di MPS Capital Services, secondo cui:
“ipotizzando una dinamica inflativa su Italia e Francia (i cui dati saranno pubblicati domani) come da stime Bloomberg (0,8% ed 1,5% rispettivamente) l’inflazione dell’intera Area euro dovrebbe accelerare all’1,3% rispetto all’1,4% stimato dagli analisti”.
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Seduta in chiaroscuro per le borse del Vecchio Continente. A Piazza Affari, il Ftse Mib termina in rialzo dello 0,5% a 35.108 punti
A Wall Street, l’apertura è piatta con il settore tecnologico sotto pressione. Le dichiarazioni dell’AD di Nvidia, Jensen Huang, influenzano l’andamento dei titoli, mentre i titoli quantistici crollano. Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq registrano lievi perdite, mentre il prezzo del petrolio Wti al Nymex aumenta leggermente.
Negli Stati Uniti, il numero di nuovi richiedenti i sussidi di disoccupazione è diminuito nella prima settimana di gennaio, scendendo di 10.000 unità, contro le aspettative di un aumento. Questo rappresenta un miglioramento rispetto al picco di 6,9 milioni di richieste durante la pandemia.
Eni ha concluso l’acquisto di oltre 3,4 milioni di azioni proprie nell’ambito del programma di buyback, per un valore di quasi 45 milioni di euro. Questo porta il totale delle azioni riacquistate al 6,23% del capitale sociale. L’operazione ha influenzato il titolo in Borsa, che ha registrato un lieve calo.