Giappone: inflazione rallenta ancora, ma tassi titoli di stato oltre l’1% frenano borsa Tokyo e Bank of Japan
Nel mese di aprile, l’inflazione del Giappone misurata dall’indice dei prezzi al consumo (CPI) è salita al ritmo del 2,5% su base annua, rallentando il passo rispetto al +2,7% di marzo, e scendendo per il secondo mese consecutivo.
L’inflazione core, che esclude i prezzi dei beni alimentari freschi, è scesa anch’essa, dal ritmo di crescita pari al 2,6% di marzo al +2,2% ad aprile, in linea con le attese.
Infine, il tasso di inflazione core core del Giappone – che esclude, oltre ai prezzi dei beni alimentari freschi anche i prezzi energetici – attentamente monitorata dalla Bank of Japan nello stabilire la direzione del tassi, è capitolato al 2,4%, rispetto al 2,9% del mese precedente.
Il ritmo di crescita è stato il più contenuto dal settembre del 2022.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo scende di oltre l’1% attorno a 38.700 punti sulla scia della pubblicazione del dato.
In un contesto in cui i consumatori giapponesi stanno soffrendo l’impatto dei costi di accesso ai finanziamento più alti – sulla scia del primo rialzo dei tassi dal 2007 annunciato dalla Bank of Japan nel mese di marzo – è probabile che la banca centrale del Giappone aspetti ancora prima di continuare a varare altre strette monetarie, a fronte di un trend dell’inflazione che sta continuando a indebolirsi invece di salire e che dunque non rende necessari rialzi immediati da parte della BoJ. Tutt’altro, potrebbe far notare qualcuno.
La borsa di Tokyo sconta l’ennesimo rialzo dei rendimenti dei titoli di stato giapponesi (JGB), con quelli a 10 anni che oggi sono saliti fino all’1,005%, al record dall’aprile del 2012.
Breaking news
Finale positivo a Piazza Affari, nonostante i ribassi delle banche. Male gli indici Pmi, torna in voga taglio tassi Bce da 50 bp
Gli indici di Wall Street mostrano andamenti contrastati mentre gli investitori valutano i dati macroeconomici dell’eurozona e le possibili nomine del presidente eletto Trump. L’attenzione è anche rivolta ai dati PMI e alla fiducia dei consumatori negli USA, con il mercato che specula su un possibile taglio dei tassi da parte della Fed.
Ferrari ha acquistato 18.671 azioni ordinarie sul New York Stock Exchange come parte del suo programma di riacquisto azionario. L’acquisto rientra nella quinta tranche di un piano pluriennale da 2 miliardi di euro previsto fino al 2026.
Bosch, il leader mondiale nella fornitura di componenti per autoveicoli, ha dichiarato l’intenzione di ridurre 5.550 posti di lavoro a livello globale, principalmente in Germania, a causa delle sfide nel mercato delle auto nuove. La produzione globale di veicoli è prevista stagnare o diminuire leggermente, influenzata dalla domanda calante, dalla transizione ai veicoli elettrici e dalla crescente concorrenza cinese.