GRECIA, QUAL È IL RISCHIO REALE DI CONTAGIO. E COME PROTEGGERSI
Di William de Vries, Head of Core Fixed Income, Kempen Capital Management
Nelle ultime settimane i toni sulla Grecia sono decisamente cambiati. Prima i commenti erano per la maggior parte incentrati sulla ricerca di una soluzione fattibile alla crisi greca. Ora i politici stanno giocando al gioco del pollo, e mirano allo scontro. Pare che Berlino abbia deciso che non sono più utili ulteriori concessioni al governo greco. Se questo deve significare una Grexit, che Grexit sia. I politici europei sono fiduciosi che un’eventualità così scioccante non metterà più a rischio l’Euro. Ritengono che il contagio di una Grexit ad altri paesi europei sarà molto limitato, opinione peraltro ampiamente condivisa dagli investitori obbligazionari europei. La prova più lampante è forse il fatto che durante la settimana del 13 aprile, l’Italia e la Spagna hanno potuto mettere all’asta altri titoli sovrani a tassi ancora più bassi, mentre le notizie provenienti da Atene si facevano ogni giorno più preoccupanti.
Naturalmente, questo non significa che il contagio non ci sarà. Ci si dovrebbe aspettare che gli investitori utilizzino in particolare il future sul BTP come strumento liquido per coprirsi contro un default greco. Il fenomeno sembra essere già in atto, ma le correzioni verso livelli di rendimento più elevati saranno di breve durata. Con l’economia europea che sembra chiaramente avere ritrovato la strada della crescita e la BCE che utilizza il suo programma di acquisti di asset a sostegno della stessa, un netto rialzo dei tassi periferici come conseguenza di investimenti ’risk averse’ pare improbabile.
Nel frattempo, i mercati obbligazionari europei sembrano avere raggiunto una fase di stallo e molti investitori si sentono obbligati a rivolgersi a titoli governativi che offrono ancora un rendimento positivo nelle maturity più brevi, come i BTP italiani. Questo sviluppo può spiegare l’appiattimento della curva dei tassi tedesca, le cui scadenze brevi sembravano avere raggiunto il minimo. Di converso, dall’avvio del QE assistiamo a un ulteriore irripidimento della curva dei rendimenti italiana. L’Italia sembra, infatti, l’unico grande e liquido mercato obbligazionario europeo ancora in grado di offrire un rendimento positivo, seppur di poco. Poiché il QE sarà mantenuto per almeno altri 17 mesi, ci si potrebbe aspettare che tra qualche mese i rendimenti dei Titoli di Stato italiani a due anni toccheranno lo 0%. Il default della Grecia potrebbe ritardare questa circostanza di alcune settimane, ma non impedirà la corsa al ribasso.
Oltre 20 secoli fa, Virgilio metteva già in guardia contro i Greci, anche quando portano doni. Sembra che niente sia cambiato da allora. Conoscendo i nostri classici, possiamo essere meglio preparati alle sorprese provenienti dalla Grecia.
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