Il 35% delle Pmi italiane non si quota perché teme la trasparenza
A frenare la quotazione in Borsa delle Pmi italiane è soprattutto la paura legata alla trasparenza, ossia la pubblicazione obbligatoria dei propri report: lo afferma il 35% di un campione di circa 40 aziende con fatturato compreso fra i 10 e i 900 milioni l’anno raggiunto dalla Livolsi & Partners.
Il 30%, poi teme la scarsa predisposizione a condividere obbiettivi e risultati, ossia di avere periodici confronti con gli investitori (il mercato) e rappresentanti terzi nei CdA; il 25% teme la mancanza di struttura manageriale esterna poiché la presenza nei ruoli apicali è solamente parentale e per il restante 10% a frenare sono le spese di quotazione, che mediamente assorbono tra il 5% e il 15% del controvalore dell’offerta.
Secondo Livolsi & Partners “è necessario attivare un sistema di agevolazioni fiscali per superare queste resistenze e favorire il risparmio interno a confluire nelle quotazioni di aziende italiane”.
Breaking news
Seduta in calo per Piazza Affari e le altre borse europee. Balzo finale dei rendimenti obbligazionari, Btp +15 bp
L’apertura dei mercati a Wall Street segna un leggero calo dopo sei settimane di rialzi consecutivi. Questa settimana è cruciale per le trimestrali, con molte aziende dello S&P 500 pronte a rivelare i loro conti, inclusi nomi di spicco come General Motors e Tesla. Gli investitori monitorano da vicino i risultati, con il 79% delle aziende finora che ha superato le aspettative di utili e ricavi.
Disney ha annunciato la nomina di James Gorman come nuovo presidente a partire da gennaio, mentre la ricerca del successore di Bob Iger come amministratore delegato è prevista per il 2026. La decisione arriva nel contesto di una fase di transizione per l’azienda.
La Commissione europea ha dato il via libera alla creazione di una joint venture tra Masdar ed EDF, focalizzata sulla gestione di impianti di trattamento delle acque e produzione energetica in Arabia Saudita. L’approvazione arriva dopo un’attenta valutazione dell’impatto concorrenziale nel SEE, risultando in una procedura semplificata di controllo delle concentrazioni.