Il Fondo sovrano norvegese taglia i titoli energetici. Eni giù a Piazza Affari
Eni scende ai minimi di giornata oggi a Piazza Affari toccando i 13,12 euro a -0,96%. A pesare sul titolo del cane a sei zampe la decisione del fondo sovrano di Norvegia, il più grande al mondo, il taglio dei titoli energetici all’interno del benchmark.
La mossa, avviata da Norges Bank, che gestisce il fondo, è progettata per rendere la ricchezza del governo norvegese meno esposta a un calo duraturo dei prezzi del petrolio. Così si legge in un comunicato reso noto dal ministero delle finanze norvegese.
“Il governo sta proponendo di escludere dal Government Pension Fund Global le società di esplorazione e produzione nel settore energetico per ridurre il rischio aggregato del prezzo del petrolio nell’economia norvegese”.
I titoli che detiene in portafoglio il fondo norvegese oltre ad Eni sono: BP (- 2.31%), Shell (- 2.45%), Total (- 2.02%), Chevron (- 0.99%), ConocoPhillips (- 1.0%), ExxonMobil (- 0.94%).
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A Wall Street, l’apertura è piatta con il settore tecnologico sotto pressione. Le dichiarazioni dell’AD di Nvidia, Jensen Huang, influenzano l’andamento dei titoli, mentre i titoli quantistici crollano. Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq registrano lievi perdite, mentre il prezzo del petrolio Wti al Nymex aumenta leggermente.
Negli Stati Uniti, il numero di nuovi richiedenti i sussidi di disoccupazione è diminuito nella prima settimana di gennaio, scendendo di 10.000 unità, contro le aspettative di un aumento. Questo rappresenta un miglioramento rispetto al picco di 6,9 milioni di richieste durante la pandemia.
Eni ha concluso l’acquisto di oltre 3,4 milioni di azioni proprie nell’ambito del programma di buyback, per un valore di quasi 45 milioni di euro. Questo porta il totale delle azioni riacquistate al 6,23% del capitale sociale. L’operazione ha influenzato il titolo in Borsa, che ha registrato un lieve calo.
Nella settimana conclusasi il 3 gennaio 2025, le richieste di mutui ipotecari negli Stati Uniti hanno segnato un calo del 3,7%. L’indice di rifinanziamento è aumentato dell’1,5%, mentre le nuove domande sono diminuite del 6,6%. La Mortgage Bankers Association ha reso noto l’aumento dei tassi sui mutui trentennali al 6,99%.