Imprese agricole: stangata bollette, costi aggiuntivi di almeno 8 mld all’anno. A rischio colture e allevamenti
Il balzo dei prezzi dell’energia, in scia al conflitto Russia-Ucraina, mette in crisi anche le imprese agricole italiane, che vedono una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi su base annua. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti, che lancia un allarme su coltivazioni, allevamenti e industria di trasformazione nazionale in un momento storico in cui è necessario fare di tutto per garantire le forniture di cibo alle famiglie e difendere la sovranità alimentare dell’Italia.
Dall’inizio del conflitto, secondo i calcoli di Coldiretti, si è verificato un balzo medio di almeno un terzo dei costi di produzione dell’agricoltura a causa degli effetti diretti ed indiretti delle quotazioni energetiche.
“Gli agricoltori – precisa la Coldiretti – sono costretti ad affrontare rincari insostenibili dei prezzi per il gasolio che insieme ai rincari di concimi e mangimi spinge quasi un imprenditore su tre (30%) a ridurre la produzione”.
“La pandemia prima e la guerra poi hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare come cardine strategico per la sicurezza” afferma Ettore Prandini, presidente dell’associazione, nel chiedere “interventi urgenti e scelte strutturali per rendere l’Europa e l’Italia autosufficienti dal punto di vista degli approvvigionamenti di cibo investendo per aumentare produzione e le rese dei terreni”.
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OVS ha recentemente acquistato 256.510 azioni proprie nell’ambito del suo programma di riacquisto, rappresentando lo 0,088% del capitale sociale. L’operazione è stata effettuata a un prezzo medio di 2,8573 euro per azione. Attualmente, OVS detiene il 15,8790% del proprio capitale sociale. Nonostante l’acquisto, il titolo OVS ha registrato una flessione del 2,16% in borsa, stabilizzandosi a 2,896 euro per azione.
Gli investitori osservano attentamente le mosse della BCE e della Fed, con interventi attesi da Christine Lagarde e Jerome Powell. I principali indici americani, tra cui Dow Jones e Nasdaq, mostrano stabilità, mentre l’attenzione si concentra su Tesla e le nuove normative di Trump sulla guida autonoma.
Nel terzo trimestre, Xiaomi ha visto un incremento del 9,9% dell’utile netto, raggiungendo 5,35 miliardi di yuan, grazie alle forti vendite nei settori smartphone, servizi Internet e veicoli elettrici. I ricavi totali sono aumentati del 30%, arrivando a 92,51 miliardi di yuan, superando le previsioni degli analisti.