Inflazione in crescita nell’area Ocse: merito però delle componenti più volatili
È salita l’inflazione nell’area Ocse a ottobre. L’indice dei prezzi al consumo si è attestato all’1,4% su base annua rispetto all’1,2% di settembre.
I prezzi dell’energia sono scesi a un ritmo più lento (-0,6%) rispetto al mese prima e anche l’inflazione dei prodotti alimentari ha visto attenuarsi la flessione. Depurata delle componenti più volatili come cibo ed energia, l’inflazione “core” – riporta sempre l’Ocse – è risultata invece in lieve calo, all’1,7% dall’1,8% precedente.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.