Investitori tesi per report lavoro Usa, potrebbe mettere pressione sulla Fed
Gli investitori attendono con impazienza di conoscere le cifre sul rapporto occupazionale governativo Usa, che potrebbero cambiare lo scenario di politica monetaria. Le attese sono per 175 mila nuovi posti creati a maggio, in calo dai 263 mila di aprile. Il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere invariato al 3,6%, mentre i salari orari medi sono visti in progresso dello 0,3% su base mensile, in rialzo dallo 0,2% di aprile.
Il report statunitense sul mercato del lavoro è storicamente volatile e imprevedibile: un insieme di cifre deludenti potrebbe mettere pressione non solo sui mercati ma anche sulla Federal Reserve, che potrebbe vedersi costretta a valutare un taglio dei tassi di interesse. Se così avvenisse, quello di Jerome Powell sarebbe un clamoroso dietrofront rispetto all’anno scorso, quando la banca centrale era impegnata in un ciclo di strette monetarie.
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Piazza Affari chiude debole con le altre borse europee. I dati Usa su inflazione core Pce e Pil rafforzano la visione cauta della Fed
Wall Street apre senza grandi variazioni in una giornata caratterizzata dalla pubblicazione di importanti dati macroeconomici, con particolare attenzione all’indice Pce sull’inflazione, preferito dalla Federal Reserve. In vista del Ringraziamento, i mercati saranno chiusi domani e opereranno in modalità ridotta venerdì. Dopo un inizio stabile, il Dow Jones registra un lieve incremento, mentre S&P 500 e Nasdaq mostrano leggere perdite. Il petrolio Wti segna un aumento marginale al Nymex.
Negli Stati Uniti, le richieste di mutui sono in aumento grazie al calo dei tassi d’interesse per la prima volta in oltre due mesi. Secondo la Mortgage Bankers Association, le richieste totali sono cresciute del 6,3%. Le domande di mutuo per l’acquisto di una casa sono particolarmente in crescita, registrando un aumento del 12% rispetto alla settimana precedente.
Stellantis annuncia la chiusura della fabbrica di Luton, concentrando la produzione a Ellesmere Port per allinearsi alla transizione verso i veicoli elettrici nel Regno Unito. La decisione, influenzata dalle politiche del governo britannico, mette a rischio 1.100 posti di lavoro, ma promette nuove opportunità a Ellesmere Port.