Italia: Ue taglia stime disoccupazione, ma anche crescita occupazione
La Commissione Ue ha tagliato le stime sul tasso di disoccupazione dell’Italia, relativo al 2017, dall’11,3% previsto a febbraio all’11,2%.
Lasciate invariate le stime sulla disoccupazione del 2016, all’11,4%.
L’Ue ha tuttavia ridotto anche le previsioni sulla crescita dell’occupazione, a +0,9%, sia per il 2016 che per il 2017, contro rispettivamente un rialzo +1,1% e +1% atteso a febbraio.
La Commissione fa notare che:
“nel 2015, il Pil dell’Italia su base reale è aumentato dello 0,8%, mettendo fine alla recessione economica successiva alla crisi del debito pubblico. La ripresa è stata sostenuta da fattori esterni positivi, tra cui l’euro debole e il calo dei prezzi del petrolio. Tuttavia, durante il 2016, il ritmo della crescita si è smorzato e il risultato è stato inferiore al previsto nel 2016. Questo, anche a causa di una ulteriore contrazione del commercio globale, spiega in gran parte la revisione al ribasso dell’aumento del Pil, che nel 2016 è previsto all’1,1% invece dell’1,4% che era stato stimato nelle previsioni d’inverno” .
Ancora sull’Italia:
“Le esportazioni sono attese in crescita a un ritmo più lento, mente la domanda interna diventa il fattore trainante principale della crescita. La bassa inflazione, l’aumento dell’occupazione e i tagli fiscali dovrebbero sostenere il reddito reale delle famiglie disponibile e dunque i consumi privati”.
Breaking news
Le azioni cinesi hanno chiuso in moderato rialzo, supportate da una riduzione imprevista dei tassi di interesse a breve termine e da una forte iniezione di liquidità. L’attesa conferenza stampa del governatore della Banca centrale potrebbe annunciare ulteriori misure di sostegno.
A settembre, l’indice Pmi del settore manifatturiero dell’Eurozona è sceso a 44,8 punti, segnando il livello più basso degli ultimi 9 mesi. Anche l’indice composito della produzione è diminuito, passando da 51 a 48,9 punti, tornando in territorio di contrazione. L’indice Pmi dei servizi è calato a 50,5 punti. Secondo Cyrus de la Rubia di Hcob, l’Eurozona si avvia verso la stagnazione economica.
L’Istat ha rivisto al ribasso la crescita del Pil per il 2023, ora stimata allo 0,7%. I dati aggiornati mostrano anche una crescita del Pil del 4,7% nel 2022 e dell’8,9% nel 2021.
I prezzi dell’oro nei mercati asiatici continuano a salire, stabilendo nuovi record. Le quotazioni spot hanno raggiunto i 2.631,19 dollari, mentre i future sono arrivati a 2.655,80 dollari, superando la soglia dei 2.600 dollari l’oncia. Questa crescita è sostenuta dalla riduzione dei tassi d’interesse negli Stati Uniti e da diversi fattori geopolitici ed economici.