La Cina dimezza la ‘tassa di Borsa’. Buy sulle borse cinesi, crollo Evergrande snobbato
Evergrande si conferma oggi tra le eccezioni negative delle borse cinesi, che scattano verso l’alto, dopo la mossa del governo di Pechino, che ha deciso di ridurre la tassa sulle operazioni di trading, che fino a oggi era stata pari allo 0,1%.
Le autorità cinesi hanno dimezzato la tassa, con effetto a partire dalla giornata di oggi, lunedì 28 agosto.
Il ministero delle finanze della Cina ha motivato la misura con l’obiettivo di “rafforzare il mercato dei capitali e aumentare la fiducia degli investitori”, ammaccata nelle ultime sedute proprio a causa della grana Evergrande, massima espressione del momento difficile che il mercato immobiliare made in China sta attraversando.
L’indice Hang Seng della borsa di Hong Kong mette così a segno un rally dell’1,7%, stavolta non contagiato dai guai del gigante del mattone Evergrande, protagonista tra l’altro anche con la novità del ritorno in Borsa delle azioni.
Evergrande si è messa in evidenza qualche giorno fa, quando ha dichiarato bancarotta, facendo ricorso al Chapter 15 del codice fallimentare degli Stati Uniti.
Con il ritorno in Borsa, le azioni del colosso sono crollate subito dell’87%, dopo una sospensione dal trading che è scattata più di un anno fa, il 21 marzo del 2022.
Evergrande ha annunciato tra l’altro nelle ultime ore i conti del primo semestre del 2023.
Il gruppo ha reso noto di aver sofferto una perdita di 39,25 miliardi di yuan, comunque in riduzione rispetto al rosso di bilancio pari a 86,17 miliardi di yuan riportato nello stesso periodo dello scorso anno.
Oggi le borse cinesi non soffrono però l’effetto Evergrande, forti della manovra pro-azionario lanciata dal governo di Pechino, che ha dimezzato per l’appunto la tassa sulle transazioni delle azioni.
L’indice CSI 300 è balzato anche di oltre il 2,3%, mentre la borsa di Shanghai scatta dell’1,35%.
Bene anche la borsa di Tokyo, con l’indice Nikkei 225 che ha chiuso la sessione in rialzo dell’1,73% a 32.169,99 punti.
Sessione positiva anche per la borsa di Sidney (+0,61%) e la borsa di Seoul (+0,83%).
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.